Maroni è avvertito. Durissimo l’attacco del Nuovo Centro Destra alle politiche leghiste di propaganda elettorale durante il Consiglio Regionale di ieri (clicca sull’immagine sotto per vedere il video). Oggi però, come se nulla fosse, polemiche rientrate e voto compatto in aula da parte dell’intera maggioranza sulla Lombardia a statuto speciale.
Il “volemose bene” finale nulla toglie però ai problemi interni alla maggioranza e il discorso iperconciliante del presidente Maroni certifica, più che risolvere, lo strappo subito ieri.
NCD vota con la Lega, Lista Maroni, Pensionati, Forza Italia e Fratelli d’Italia, questi ultimi già ribattezzati rispettivamente Forza Padania e Fratelli Lumbard-Alleanza Padana.
Ma c’è di più: chiedere di diventare regione a statuto speciale ora e con queste modalità significa non aver preso atto che le riforme costituzionali sono partite davvero. Arroccarsi sulle battaglie identitarie leghiste in vista della campagna elettorale senza proporre una seria revisione del sistema, non fa altro che offrire al Governo qualche ragione in più per ridimensionare di molto le autonomie locali.
Il vecchio adagio, “Chi troppo vuole nulla stringe”, sembra purtroppo calzare a pennello per l’attuale situazione lombarda.
Certo è che il NCD, dopo le bellicose e chiarissime parole pronunciate in aula, alla fine, si è riallineato alla grande. Rimpasto più vicino?
NCD: coraggio a metà
17 Aprile 2014 di fabio pizzul
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