Il 18 dicembre scorso il Consiglio regionale della Lombardia approvava la legge sui contratti di solidarietà.
Questa mattina, in commissione Attività produttive, l’assessore Aprea ha illustrato la situazione dei contratti di solidarietà in regione. Sono emersi numeri interessanti che meritano qualche commento.
Negli ultimi 24 mesi il settore manifatturiero (fonte CISL) ha visto l’attivazione di contratti di solidarietà in 389 aziende per complessivi 44.000 lavoratori coinvolti.
Nello stesso periodo, nel comparto metalmeccanico (fonte CGIL), sono state coinvolte in contratti di solidarietà 172 aziende e 17.000 lavoratori
Le aree più interessate sono le province di Brescia, Bergamo, Milano e Lecco (che sono quelle a più alta incidenza di imprese in questi settori).
I contratti di solidarietà sono regolati da una legge nazionale a cui la normativa lombarda si aggiunge come integrazione.
Ma qual è l’attuale situazione per un’azienda che volesse attivare una misura di questo tipo?
Una medio o piccola impresa, se facesse domanda al Ministero, si sentirebbe oggi rispondere che i fondi per il 2014, al momento, sono esauriti.
Potrebbe allora, dite voi, rivolgersi alla Lombardia in applicazione della legge dello scorso dicembre.
Non è esattamente così: per rendere operativa la legge ci vuole un regolamento applicativo corredato da decreti attuativi. La Giunta ha approvato il regolamento nei giorni scorsi, ora il testo passa all’esame della commissione consiliare (che lo voterà il 27 marzo) per poi tornare in Giunta per l’approvazione definitiva. Da quel giorno ci vorranno un paio di settimane per il varo dei decreti attuativi. Facendo qualche calcolo approssimativo, se va bene, la legge potrà essere attiva dalla seconda metà di aprile.
Tempi tecnici? Probabilmente sì, visto che il regolamento approvato dalla Giunta ha dovuto essere concordato con le parti sociali, ma di certo questi 4 mesi per molte aziende sono stati molto molto pesanti, soprattutto se parliamo di aziende in crisi.
Non dimentichiamo, infine, che per vedere accolta la domanda di accedere al contratto di solidarietà (che per la parte regionale non può avere un contributo superiore ai 100.000 € per azienda) è necessario avere un decreto del ministro, che mediamente fa attendere un paio di mesi.
La sensazione di una politica che viaggia a una velocità diversa rispetto al mondo delle imprese diventa allora molto, molto netta.