Un anno fa veniva eletto papa il cardinal Jorge Maria Bergoglio che prendeva il nome di Francesco.
Ricordo chiaramente il momento dell’annuncio della sua elezione. Ero nella sala di un ristorante e con l’I-pad ero collegato al canale di un’emittente televisiva attendendo, assieme a tre commensali, l’intervento del cardinal camerlengo Celada. Rimasi poi colpito e commosso, come penso un po’ tutti, dalla scelta del nome (e il pensiero andò subito alle visionarie ipotesi di un amico che da qualche anno preconizzava la necessità dell’arrivo di un Francesco sul soglio di Pietro), dalla semplicità del suo saluto ai fedeli e dall’immediato, almeno per me, collegamento del Papa venuto dalla fine del mondo con la figura del cardinal Martini che aveva parlato di lui già a margine del precedente Conclave.
Per il resto, abbiamo vissuto un anno sorprendente ascoltando e apprezzando un pastore che non solo ha l’odore delle sue pecore, ma è capace di far apprezzare il profumo del Vangelo. Vi propongo un breve passaggio dell’esortazione apostolica “Evangelii gaudium” che, a mio giudizio, fotografa bene quello che è lo stile e il messaggio di papa Francesco.
La gioia del Vangelo è quella che niente e nessuno ci potrà mai togliere (cfr Gv 16,22). I mali del nostro mondo – e quelli della Chiesa – non dovrebbero essere scuse per ridurre il nostro impegno e il nostro fervore. Consideriamoli come sfide per crescere. Inoltre, lo sguardo di fede è capace di riconoscere la luce che sempre lo Spirito Santo diffonde in mezzo all’oscurità, senza dimenticare che «dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia» (Rm 5,20). La nostra fede è sfidata a intravedere il vino in cui l’acqua può essere trasformata, e a scoprire il grano che cresce in mezzo della zizzania. A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, anche se proviamo dolore per le miserie della nostra epoca e siamo lontani da ingenui ottimismi, il maggiore realismo non deve significare minore fiducia nello Spirito né minore generosità.
(Evangelii gaudium, 84)
Buon primo anniversario, caro Papa, e che Dio ti preservi.