La commissione II – Affari Istituzionali, riunita in seduta congiunta con la Commissione speciale per le Autonomie, ha preso in esame i risultati dei referendum sulle fusioni dei comuni in Lombardia che si sono svolti lo scorso 1° dicembre.
Siamo ancora in una fase interlocutoria, visto che non è ancora arrivata la proclamazione ufficiale dei risultati, ma affiorano già strani atteggiamenti riguardo la possibile valutazione del voto dei cittadini, con atteggiamenti ambivalenti sul valore stesso della fusione tra comuni.
PRESENTAZIONE_ESITI_DEI REFERENDUM
SIMULAZIONE_-_APPLICAZIONE_CRITERI PROPOSTI DAI DIVERSI PARTITI
Nessun dubbio per le nove fusioni che hanno ottenuti un sì da tutti i comuni interessati. In questo caso l’orientamento è quello di procedere nel cammino. Unica eccezione, sollevata dalla Lega, quella di Verderio Inferiore e Superiore: i lumbard mettono in dubbio il sì perché ci sono già stati altri referendum (con esito negativo) in passato.
Pochi dubbi anche per le 7 situazioni in cui hanno prevalso nettamente i NO alla fusione. I comuni rimarranno nelle condizioni attuali.
Tre i casi da approfondire, perchè presentano un no da parte di un solo comune coinvolto. Stiamo parlando di Uggiate-Trevano, Faloppio e Ronago in provincia di Como, con il NO di Ronago; di San Giorgio e Bigarello nel mantovano con il NO di Bigarello; di Pieve del Cairo e Gambarana in provincia di Pavia con il NO del piccolo Gambarana.
Lega, Lista Maroni e Movimento 5 Stelle sono fermi nel respingere l’ipotesi di fusione, noi siamo più propensi a valutare nel merito la faccenda, sulla base, soprattutto, del non rilevante peso percentuale dei NO. Staremo a vedere.
Singolare, invece, la decisione delle commissioni congiunte che hanno preferito evitare qualsiasi audizione da parte di amministrazioni locali o comitati locali. Erano giunte meno di dieci richieste, ma verranno tutte respinte. Personalmente mi ero espresso a favore delle audizioni, perché l’istituzione deve sempre prestare ascolto alle istanze dei rappresentanti dei cittadini. Poi si può decidere se prendere o meno in considerazione le osservazioni, ma l’ascolto è condizione previa e fondamentale. Passi per la Lega, ma sentire i rappresentanti del Movimento 5 Stelle proporre il NO alle audizioni perché i cittadini si sono già pronunciati con il referendum mi ha lasciato piuttosto perplesso.
Non cambierà nulla, per carità, ma una seduta di commissione coloro che avevano espresso la volontà di essere ascoltati la potevano anche meritare.