In VII Commissione Cultura e istruzione oggi, durante la discussione sul bilancio, sono emerse rassicurazioni sul fronte dei fondi per la formazione professionale per l’anno 2014-2015, ma abbiamo scoperto che non vale la stessa cosa per il diritto allo studio.
Dalle schede del bilancio preventivo emerge chiara la scelta politica di Maroni di mantenere i contributi per il buono scuola (quello destinato agli studenti delle private), per il quale c’è un investimento di circa 30 milioni di euro, analogo agli anni precedenti. Si passa, invece, da 23 milioni e mezzo a circa 5 milioni per le risorse regionali per la componente al reddito, la cosiddetta dote scuola per il sostegno al reddito (lo strumento indirizzato agli studenti di tutte le scuole). Neppure l’ex presidente Formigoni era arrivato a proporre una differenza così marcata.
Non solo: dalla lettura del bilancio è balzato subito agli occhi un altro dato impressionante: alla voce ‘assegni di studio individuali a studenti meritevoli’ si passa da circa 5 milioni a zero euro.
Negli ultimi anni come Pd avevamo insistito per il riequilibrio tra le risorse destinate alla dote scuola per il sostegno al reddito e quelle destinate al buono scuola per la libertà di scelta e avevamo ottenuto risposte confortanti. Invece, questo bilancio di previsione configura un ritorno a uno squilibrio difficile da sostenere e da spiegare.