Conclusi i congressi provinciali, il Pd si trova nel bel mezzo della seconda fase del cammino verso l’8 dicembre: la convenzione.
Forse è bene spiegare di che cosa si tratta. In pratica, i circoli sono chiamati a designare i delegati per la convenzione provinciale che sarà poi chiamata a scegliere i rappresentanti del Pd provinciale alla convenzione nazionale. Obiettivo? Semplice, andare a Roma una volta per votare i candidati alle primarie e solo chi raggiungerà almeno il 5 per cento dei consensi sarà ammesso alle primarie dell’8 dicembre. Non so se ho spiegato bene il percorso e personalmente non disdegnerei un Pd capace di maggiore semplicità e linearità.Verrebbe voglia di chiedersi a che cosa serve questa ulteriore votazione dei circoli.
Provo a spiegarmelo (devo impegnarmi per convincermi) e dico che è un modo per far sì che gli iscritti conoscano e discutano i contenuti programmatici dei candidati alle primarie nazionali.
Il problema è però che chiamare gli iscritti a un nuovo voto a due settimane dall’elezione dell’assemblea provinciale pare davvero una forzatura e c’è il rischio che si assottigli moltissimo il numero dei votanti. Anche perché, mi pare chiaro che l’appuntamento che tutti reputano fondamentale sia quello dell’8 dicembre.
Non vorrei che la convenzione sia solo un modo per tentare di rimescolare le carte, di rimettere in discussione la supremazia interna in un Pd che le primarie aperte dovrebbero consegnare a Renzi.
Detto questo, la convenzione c’è e va celebrata al meglio.
Invito dunque davvero tutti gli iscritti a partecipare al voto per la convenzione. Non ne sarete entusiasmi o convinti, ma è un passaggio importante anche per far sì che il partito non si avviti su se stesso.
Tra polemiche sulle tessere e baruffe mediatiche intravvedo il rischio che ci sia meno entusiasmo nel cammino verso le primarie nazionali dell’8 dicembre. Il Pd non può permetterselo.
Ciao Fabio, l’hai scritto in maniera molto rispettosa, il fatto è che le convenzioni sono proprio inutili….