Con il post precedente dedicato al congresso del PD metropolitano milanese devo aver sbagliato qualcosa. Almeno a giudicare da alcuni commenti che ho ricevuto. Provo a spiegarmi meglio.
Avrei potuto dire semplicemente che era mia intenzione sostenere Pietro Bussolati, omettendo anche semplicemente di ricordare quali fossero gli altri candidati in lizza. Mi è sembrato invece corretto delineare l’intero quadro degli aspiranti alla segreteria milanese fornendo brevissimi cenni esplicativi riguardo le aree interne al Pd che li supportano. La mia era una semplice descrizione, che sconta senza dubbio lo stile giornalistico e impolitico di questo blog che non è solito utilizzare linguaggio, equilibri e codici della disputa politica.
Evidentemente posso aver sbagliato registro e tono. E mi scuso con chi se ne sia sentito urtato o penalizzato.
Ho l’abitudine di dire quello che penso e il vizio di tentare di spiegare le cose per come le capisco.
E per questo forse sarei stato un pessimo segretario provinciale.
Provo a esplicitare ulteriormente il mio pensiero e ribadisco come tutti e quattro i candidati hanno pieno titolo per aspirare alla guida del Pd milanese e rappresentano, con la propria esperienza e storia personale, delle risorse importanti per un partito che si sta rinnovando e che è destinato ad assumere un ruolo fondamentale nelle vicende milanesi e metropolitane dei prossimi anni.
Provo, consapevole si rischiare grosso, ad esplicitare un po’ meglio anche il tentativo di descrivere da dove nascono le candidature. Vado in ordine rigorosamente alfabetico (non si sa mai). 😉
Bussolati Pietro. Tra i fondatori del circolo 02Pd di Milano, già due volte candidato alle regionali senza fortuna, ha legato il suo percorso a giovani esponenti istituzionali del Pd milanese come l’attuale assessore Maran e l’on. Lia Quartapelle. Partito da posizioni molto vicine all’area penatiana, ha poi scelto di appoggiare la sfida di Matteo Renzi. E’ espressione dei renziani milanesi che inizalmente avevano ipotizzato la candidatura del sindaco di Cernusco sul Naviglio Eugenio Comincini. Pietro lavora come ingegnere all’Eni a San Donato Milanese.
Cavicchioli Arianna. Assistente sociale, già sindaco di Rho, consigliera provinciale e regionale, ha condiviso un pezzo di impegno istituzionale con Filippo Penati. E mi preme sottolineare, al di fuori di ogni ipocrisia o ingiustificata polemica, che l’esperienza di Penati come amministratore locale, segnatamente come presidente della provincia di Milano, rappresenta uno dei contributi più significativi alla proposta del centro sinistra del Nord Italia negli ultimi 10 anni. Al netto delle vicende giudiziarie che lo riguardano (e che spetterà ai magistrati giudicare), Penati ha saputo declinare una proposta di governo che magari qualcuno può non aver condiviso, ma che ha rappresentato un importante segno di innovazione. Chi ha percorso un pezzo di cammino con lui non deve vergognarsene o considerarlo un peso, ma porta con sè un’esperienza che è fondamentale per la costruzione della proposta e del profilo del Pd di domani. Ho avuto Arianna come collega in consiglio regionale e nella segreteria provinciale e non posso parlarne che bene. Il riferimento nazionale è a Cuperlo. La candidatura nasce nell’ambito di Primavera Democratica che raccoglie nell’area metropolitana esponenti provenienti dalle diverse tradizioni che hanno dato vita al Pd e che hanno sostenuto Bersani.
Censi Arianna. Bibliotecaria, già sindaco di Locate Triulzi, per nove anni, e consigliera provinciale, si è molto impegnata negli ultimi anni nel coordinamento degli amministratori locali Pd della provincia di Milano e nel percorso verso la città metropolitana. Viene proposta da AreaDem, esperienza che fa riferimento a Dario Franceschini a livello nazionale e al senatore Franco Mirabelli oltre che all’europarlamentare Patrizia Toia chiave locale. A livello nazionale AreaDem sostiene Matteo Renzi (dopo aver partecipato – salendo in corsa -all’avventura bersaniana), ma a Milano, nonostante lunghe e nervose trattative, non è riuscita a raggiungere un accordo con i renziani. Ho apprezzato Arianna per il suo lavoro all’interno dell’uscente segreteria provinciale.
Gentili David. Già consigliere di zona, ora è consigliere comunale a Milano e presiede la commissione comunale antimafia, coronando così idealmente un impegno per la legalità che dura da molti anni. Il suo impegno politico è accompagnato da una lunga esperienza nel sociale vissuta nella realtà del Giambellino e del carcere di San Vittore. Svolge l’attività di counselor psicosociale. La sua candidatura nasce con il sostegno dell’area che fa riferimento a Pippo Civati e con l’appoggio di altri esponenti del pd locale vicini, per quanto sono riuscito a intuire, all’area bersaniana.
Mi scuso se la mia ricostruzione è stata imprecisa o se ho delineato alleanze o cordate che non rispondono alla realtà. Io l’ho capita così e ho ritenuto utile spiegarla a chi ha avuto la pazienza di leggermi.
Come vedete, sono quattro candidature di ottimo livello che propongono un’immagine ricca e articolata del PD.
Ho un unico rammarico. Il clima che si è respirato in questi giorni nel Pd milanese è stato carico di tensione e non mi pare che potesse avere come esito l’unico risultato che un congresso deve perseguire: il confronto tra idee e visioni diverse che portino alla costruzione di una sintesi di proposte da affidare a colui o colei che avrà la responsabilità di guidare il partito. L’impressione è che sia in atto un vero e proprio braccio di ferro tra cordate o gruppi più o meno consolidati con l’obiettivo di conservare rendite di posizione più che di costruire percorsi e proposte da offrire alla città nella sua declinazione metropolitana.
Spero di sbagliarmi e che le prossime tre settimane possano smentirmi e consegnare a tutti noi un Pd capace di discutere più che litigare, di innovare più conservare e di parlare a tutti i cittadini più che ai soli militanti.
P.S.
Spero di non aver fatto ulteriori danni…
grande fabio, apprezzo tantissimo la tua onestà intellettuale fuori dagli schemi.
Grazie Fabio per il tuo quadro “sincero” e “obiettivo” sulla attuale situazione del PD milanese. Condivido la tua analisi e anch’io sosterrò come te Pietro Bussolati.
Andrea Pasqualini
San Donato
Fabio è una persona che stimo fortemente da quando l’ho conosciuto, l’avrei voluto candidato in Regione al posto di Ambrosoli.
Pongo però una riflessione, mi si perdonerà la franchezza.
fabio oggi è ancora il vice-segretario della Federazione Milanese e quindi garante con tutto il gruppo dirigente delle regole congressuali. SI è detto e ripetuto che le candidature provinciali dovessero essere svincolate dalle candidature nazionali. Per me questo significa dare agli iscritti la possibilità di essere trasversali e uscire dal proprio gregge.
Identificare gli attuali candidati con le proprie appartenenze correntizie non farà certo bene al nostro congresso provinciale se rischia di innescare il solito e pernicioso “richiamo della foresta”.
Credo sia meglio per tutti abbassare il livello di tensione, già si nota in giro troppo lavorio sotto traccia per orientare gli iscritti in base a vecchie appartenenze anzichè a nuove proposte.
Grazie.
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