Una storia banale e puntuale che ben rappresenta quanto i cittadini vivono quotidianamente. Ieri e oggi mi è capitato di toccar con mano lo smarrimento dei cittadini di fronte alle fatiche imposte loro dall’apparato statale e burocratico. Mi riferisco, in particolare, alla concentrazione di scadenze fiscali del 30 settembre e al cambio dell’Iva scattato oggi.
Vi racconto brevemente quello che ho visto.
Ieri mi sono recato in banca e avevo più di trenta persone in coda davanti a me per pagamenti vari, molti dei quali fiscali. Sono passato quindi in ufficio postale. Anche lì più di venti persone davanti a me. E vi assicuro che per un comune come quello in cui risiedo non sono numeri normali.
Oggi mi è capitato di entrare in un paio di negozi a Milano e il repentino aumento dell’Iva ha creato non pochi disagi. In un caso (piccolo negozio di vicinato) la negoziante aveva tra le mani il manuale del registratore di cassa e stava tentando di capire come modificare l’aliquota fiscale. Inutile anche la telefonata all’assistenza, visto che la lista d’attesa per gli interventi era molto molto lunga. Nel secondo caso, sono entrato in una struttura più grande che, mi hanno detto, aveva potuto contare su un aggiornamento in remoto da parte dell’assistenza sul sistema di gestione delle vendite. Risultato: in qualche terminale compariva ancora l’Iva settembrina, in qualcun altro la nuova aliquota.
Niente di grave, per caritá, non è certo qualche giorno di confusione che metterá in difficoltá il sistema fiscale italiano, giá duramente colpito soprattutto da elusione ed evasione croniche.
La mia piccola esperienza di questi due giorni mi pare però evidenzi una volta di più come ai cittadini arrivi sempre un’immagine di uno Stato (o un apparato burocratico) tendenzialmente ostile o comunque teso solo a creare impicci e difficoltá.
È giunto il tempo (anzi, è giá passato) che si semplifichi la vita dei cittadini: perchè, ad esempio, piuttosto che costringere i cittadini e le imprese a calcoli (spesso molto complicati per chi deve farli) per definire se e quanto pagare le future tasse locali, non si fa giungere a domicilio una bella lettera con cifra da pagare e la destinazione precisa delle tasse riscosse?
In Lombardia si fa giá qualcosa del genere sul pagamento del bollo auto, ma è solo un piccolo segnale. Si può e si deve fare di più.
Utopia? Con gli attuali sistemi informatici non credo che sia una sfida così impossibile o improbabile.