La Lombardia può essere considerata un vero e proprio laboratorio di integrazione e accoglienza, nonostante quanto predicato da vent’anni a questa parte dalla Lega.
La Commissione II, che da questa legislatura ha avuto l’assegnazione di una specifica competenza sull’immigrazione, ha incontrato ieri l’assessore alla sicurezza e all’immigrazione Simona Bordonali assieme al professor Giancarlo Blangiardo di ISMU (la fondazione per lo studio dell’immigrazione e della multiculturalità promosso da Cariplo e sostenuta da Regione Lombardia) e al direttore di Caritas Ambrosiana don Roberto D’Avanzo per fare il punto sulla questione immigrazione in Lombardia.
Un’occasione preziosa per parlare di immigrazione a partire da dati oggettivi e senza indulgere in legittime ma ormai stucchevoli polemiche politico mediatiche che hanno facile prese su cittadini sempre più impauriti e scoraggiati.
La Lombardia, ha esordito il professor Blangiardo, ha compiuto un vero e proprio Miracolo negli ultimi vent’anni se si pensa che gli stranieri presenti sul territorio erano 400.000 nel 2001 e hanno raggiunto quota 1.200.000 nel 2011. Il popolo lombardo ha dato un’ottima prova di capacità di accoglienza e integrazione, dando prova di una maturità e un pragmatismo che spesso sembrano mancare nel dibattito politico.
Negli ultimi anni la crisi ha cambiato profondamente il quadro del fenomeno migratorio, tanto che una recente indagine dell’Ismu rivela come oltre il 10% degli stranieri interpellati abbia intenzione di abbandonare la Lombardia nei prossimi mesi per tornare al proprio paese di origine o per raggiungere altri stati europei.
Don Davanzo di Caritas ambrosiana, oltre ad auspicare la diffusione di uno stile lombardo concreto, realista e pacato sui temi dell’immigrazione, ha sottolineato come le comunità cristiane abbiano favorito un processo di integrazione dal basso delle popolazione straniera, svolgendo spesso un ruolo di supplenza rispetto alla pubblica amministrazione. Rimane aperto, secondo il direttore di Caritas, il problema dei rifugiati, perché i meccanismi di accoglienza e accompagnamento dei richiedenti asilo sono ancora insufficienti. Non sono mancate due richieste concrete sulla necessità di rilanciare il Tavolo del III settore, previsto ma poco utilizzato dalla Giunta, e di utilizzare lo strumento dei Piani di Zona che potrebbe offrire interessanti occasioni di coprogettazione delle politiche dei singoli territori anche sul tema immigrazione.
L’assessore Bordonali, da parte sua, ha precisato di non essere l’unico assessore titolare di competenze sull’immigrazione e, anzi, di non avere praticamente a disposizione risorse rispetto al ben più dotato assessorato alle politiche sociali. Alla preoccupazione per la crescente disoccupazione tra gli stranieri (si è oltre il 14%), l’assessore ha aggiunto un appello affinché l’Europa non lasci sole l’Italia e la Lombardia sul fronte immigrazione.
Una seduta interessante, nonostante l’intervento del capogruppo della Lega Romeo che ha ritenuto fondamentale ribadire come sia inutile e dannoso occuparsi di immigrazione in presenza di mezzo milione di disoccupati in Lombardia. Auspico davvero che il consiglio regionale possa continuare nella direzione di un approfondimento concreto e pragmatico di temi delicato come quello dell’immigrazione e che le pur legittime polemiche politiche che trovano nella strategia della paura e dell’emergenza la propria ragion d’essere rimangano fuori dalle istituzioni.