In Lombardia si moltiplicano le situazioni di crisi aziendale. Uno dei settori più colpiti è quello della Information Technology che, dopo i fasti degli anni ’90, sta ora pagando duramente la fase di stanca del mercato. Vorrei proporvi oggi il caso di un’azienda, la Ddway, che ha confermato, nei giorni scorsi, ben 294 esuberi.
La Ddway dallo scorso 31 dicembre è diventata proprietà della trentina Dedagroup e ha dato la propria disponibilità a valutare l’utilizzo di ammortizzatori sociali a fronte di una crisi aziendale considerata irreversibile.
Il prossimo incontro tra le parti è previsto per il 26 giugno, ma la vicenda dura ormai da qualche mese. L’azienda, prima del dicembre scorso, si chiamava CSC Italia srl e poteva contare su un organico di circa 1000 persone in Italia, con sedi a Roma, Torino, Padova, Assago, dove sono impiegati circa 130 lavoratori. DEDAgroup, portando a termine l’operazione di acquisto, ha ottenuto la copertura economica per la perdita finanziaria 2012 e 2013, piu’ un sostegno per la manovra riorganizzativa.
Fra marzo e aprile, l’azienda ha messo in atto una Cassa Integrazione Ordinaria di 9 settimane, che ha coinvolto 211 lavoratori. Il 10 maggio ha aperto una procedura di mobilita’, dichiarando 294 esuberi sul territorio nazionale, di cui 37 su Assago, prevalentemente nello staff.
Mercoledi’ 26 giugno si svolgerà il quinto incontro in Assolombarda, con la direzione che parrebbe disponibile a concedere una mobilita’ incentivata che vada ad affiancarsi a una Cassa Integrazione Straordinaria di un anno e a qualche altra concessione economica.
Il timore dei lavoratori è che questa vicenda, che riguarda quasi 300 famiglie, passi sotto silenzio e venga considerata come l’ennesimo, inevitabile effetto collaterale della crisi.
Parlarne, magari, non sposterà di una virgola l’esito della trattativa (che mi auguro positivo), ma spero contribuisca a far sentire un po’ meno soli lavoratori che stanno lottando contro la perdita del proprio posto di lavoro.
Caro Fabio, merita attenzione anche la vicenda di Opera21, azienda in grande crisi situata a Vimodrone e sempre operante nell’IT, dove a serio rischio sono più di 400 posti di lavoro.