Ieri seduta prolissa e noiosa del Consiglio regionale: commissariamento Aler e snellimento procedure per la fusione dei piccoli comuni i provvedimenti principali. Eppure questa mattina, leggendo il Corriere della Sera, scopro di polemiche al fulmicotone tra Maroni e Mantovani e tra parte della Lega e il resto della maggioranza. Oggetto del contendere tra i due leader la funzione propulsiva del Nord; quello tra le due anime della maggioranza l’opportunità delle fusioni a fronte del mantenimento dei campanili.
Ieri non mi sono schiodato un solo minuto dall’aula e ho scoperto le polemiche solo oggi sul Corsera. Evidentemente le notizie più ghiotte passano dal bar del Consiglio e non dall’aula.
Nulla di nuovo, lo so, ma a me continua a fare impressione che si racconti più quello che avviene nei corridoi che quello che si dice durante gli interventi ufficiali nelle sedute del Consiglio. Lì ieri c’è stata, come sempre, grande sintonia e compattezza nella maggioranza, soprattutto al momento del voto.
Sul provvedimento che riguarda la fusione dei piccoli comuni, al di là di qualche emendamento leghista che sottolineava la necessità di dare grande evidenza al coinvolgimento dei cittadini nel percorso di fusione, c’è stato un unico voto contrario, quello della consigliera mantovana del Pdl Baroni che non ha gradito i tempi troppo stretti della procedura (referendum a novembre) che potrebbero impedire una corretta informazione dei cittadini. Dalla Lega nessun distinguo.
Sul commissariamento delle Aler in attesa della vera e propria riforma (da varare entro dicembre) le uniche note in disaccordo sono state di grillini e lista civica Ambrosoli che si sono astenuti sul voto finale (il Corsera sbaglia scrivendo che lo hanno fatto solo i grillini). Qualche malumore e distinguo nella maggioranza è sorto però intorno alla cancellazione del requisito della laurea per poter essere nominati commissari. Il voto segreto su un emendamento per reintrodurlo ha fatto perdere per strada alla maggioranza più o meno 7 voti anche se poi è stato bocciato. Proprio questa assenza del requisito della laurea (finalizzata probabilmente a “salvare” qualche attuale dirigente Aler) ha fatto scegliere ad Ambrosoli e i suoi l’astensione.
Una seduta imprevedibilmente lunga e noiosetta, dunque, con molti consiglieri di maggioranza che si sentono in dovere di marcare le loro posizioni attraverso interventi prolissi e ripetitivi.
Bravi i giornalisti a scovare notizie o a costruirle nei conciliaboli alla cosiddetta bouvette (lo spazio con bar all’esterno dell’aula) e a raccontarle nei loro articoli. Io, forse, mi perdo qualcosa, ma preferisco stare in aula e presidiare concretamente e attivamente i singoli provvedimenti.
Mi annoierò un po’, ma penso che il dovere di un consigliere regionale sia prima di tutto quello.