Riflessioni sul PD a partire dal caso Boeri

1 Aprile 2013 di fabio pizzul

A qualche giorno di distanza, lasciate sbollire le reazioni a caldo, mi pare opportuno tornare sull’uscita di Stefano Boeri dalla Giunta milanese. L’intento è quello offrire qualche riflessione più ampia sulle motivazioni che hanno condotto a un esito non felice di un’avventura che era sorta con intenzioni e auspici ben diversi. Il PD milanese ha messo molto di suo.
Non ho la pretesa di offrire letture esaustive o interpretazioni autentiche. Spero di suscitare almeno un po’ di dibattito.

La vicenda Boeri mi pare deflagrata nel peggiore dei modi possibili. Non posso che prendere atto, con rammarico, della cessazione del rapporto di fiducia tra il Sindaco e l’ormai ex assessore alla Cultura. Il mandato agli assessori si regge su un rapporto diretto con il Primo cittadino che ha il potere di revocare unilateralmente le deleghe.
Permettetemi, prima di tutto, di ringraziare Stefano per quanto ha fatto in questi anni: si è messo in gioco senza risparmiarsi e ha offerto un contributo importante prima al PD e poi alla città di Milano. Di questo gli va dato atto con tutta l’evidenza e la gratitudine del caso. Non aveva nulla da dimostrare e molto da perdere. Da questa vicende può uscire a testa alta non come uno sconfitto, ma come un professionista si è messo a disposizione della sua città e non ha trovato le condizioni migliori per continuare a farlo.
Ma perché si è giunti a questo punto?
Mi pare di leggere un evidente rischio di tensione crescente tra maggioranza consiliare e Sindaco, esplicitata dalla presa di posizione di una dozzina di consiglieri comunali PD che hanno chiesto un confronto diretto con Pisapia a tempo ormai scaduto. E meno male che l’opposizione in consiglio comunale praticamente non esiste, altrimenti la Giunta rischierebbe di ballare più di quanto già non faccia.
Ma proviamo a mettere in fila i fatti.
La convivenza tra Boeri e Pisapia è nata male fin da subito e, quando non ci si intende, le responsabilità non sono mai tutte da una sola parte. Boeri ha già salvato in extremis la sua delega almeno un paio di volte nel corso di questo primo scorcio di legislatura, ma ha perso via via “pezzi” di ruolo. Dapprima gli è stato revocato l’incarico di capodelegazione PD in Giunta, poi si è progressivamente isolato rispetto a un rapporto con il partito che gli era stato riconosciuto in modo esplicito fin dall’inizio. E, si sa, quando i rapporti si allentano è poi difficile recuperarli al momento del bisogno.
Mi pare ci sia poi un problema PD a Milano. Il gruppo consigliare di Palazzo Marino da mesi sembra un pentolone di fagioli in ebollizione che la capogruppo ormai uscente Carmela Rozza ha gestito in modo efficiente, ma non sempre gradito da molti consiglieri. L’autonomia del gruppo non si mette in discussione, ma l’impressione è che non tutto sia filato liscio nel rapporto con il Sindaco di cui si sono fatti carico in maniera diretta e personale il segretario provinciale e il coordinatore cittadino (ora volato a Roma) dopo la già citata vacanza del ruolo di capodelegazione PD in Giunta. La colpa non può ricadere sulle spalle del capogruppo che, anzi, va ringraziata per il faticoso e positivo lavoro fatto in questo anno e mezzo. Mi pare però che un problema ci sia e piuttosto evidente. La stessa elezione di Lamberto Bertolè come nuovo capogruppo mi pare l’esito di una sorta di volontà di rivalsa dei consiglieri comunali nei confronti di Giunta ed ex-capogruppo, con il partito milanese lì a fare da spettatore. Sono certo che Lamberto farà bene, visto che ha qualità e sensibilità adeguate, spero però che sappia evitare derive polemiche e personalistiche (non sue) lavorando per un buon cammino della vicenda amministrativa milanese.
I risultati delle recenti elezioni, con la netta vittoria in città del centro sinistra, sia alle politiche sia alle regionali, sembrano aver coperto quello che è un altro tema caldo: quale progetto e quale idea di Milano stanno esprimendo Pisapia e la sua maggioranza? Il confronto con il disastro Moratti ha retto in campagna elettorale e per i primi tempi del mandato, si tratta ora di fare un netto salto di qualità per la seconda parte della legislatura, considerando che tra un annetto saremo ormai alla vigilia immediata dell’Expo e che allora si comincerà già a pensare all’appuntamento elettorale del 2016. Il PD si è messo generosamente al servizio di Pisapia, ma ora ha il compito di tirare su la testa per provare a immaginare una propria maggiore pro positività che farebbe molto comodo al Sindaco e alla sua Giunta. Non nascondo che il continuo e quasi esclusivo insistere sulle tematiche eticamente sensibili sta creando molto disagio non tanto nei rappresentanti istituzionali, ma nell’opinione pubblica meno orientata e in una buona fetta di coloro che hanno votato PD e Pisapia alle elezioni amministrative del 2011.
La traumatica interruzione dell’esperienza amministrativa di Stefano Boeri deve farci riflettere e ripartire.
Il PD milanese ha vissuto in apnea da dopo l’estate ad oggi, stressato e provato da primarie a più livelli e dalla successiva doppia campagna elettorale. Ora ci aspettano, come se non bastasse, importanti appuntamenti amministrativi e l’inizio del percorso congressuale.
Bisogna recuperare un metodo di lavoro che vada oltre la pur grande disponibilità e generosità dei singoli.
Il PD milanese deve trovare una sintesi concreta su alcuni temi che devono diventare un contributo concreto per immaginare la Milano, intesa come città metropolitana, di domani. Per chiarire a tutti i milanesi la città che abbiamo in mente e che vorremmo costruire assieme
Abbiamo mancato la straordinaria occasione di governare la Lombardia perché ci siamo illusi di poter vincere marcando le differenze rispetto alla mala gestione formigoniana e non abbiamo saputo raccontare la Lombardia che avremmo proposto ai lombardi.
Lo stesso, anche se con sfumature diverse, è accaduto a livello nazionale, anche per la poca concretezza nel dare risposte a domande di semplificazione e rinnovamento molto sentite dall’opinione pubblica.
Vediamo di non sprecare ora la grande apertura di credito che i milanesi e i cittadini di tanti altri comuni della nostra provincia ci hanno consegnato in questi anni.

P.S.
Non mi sono dimenticato di essere il vice-segretario del PD della Provincia di Milano. Quanto scritto vale come autocritica per quanto non sono riuscito a offrire e come critica per la modalità con cui è stato gestito (o non gestito) il partito. Al netto della disponibilità generosa di tutti coloro che hanno dedicato il proprio tempo al PD, un impegno che non si discute, ma forse talvolta andrebbe meglio indirizzato perché non si trasformi solo in un sostegno a possibili cammini personali.

7 commenti su “Riflessioni sul PD a partire dal caso Boeri

  1. sara finzi

    Caro Pizzul
    è proprio questo che in questi 20 anni ha caratterizzato il centro sinistra, il non dire nulla per non scontentare nessuno! e soprattutto la politica come carriera personale, basta avere una enclave che porti voti. Lo dico per i cattolici e per gli ex laici ds e peggio ancora per il sindacato. e dunque non ci si può lamentare per grillo, i figli ed i cittadini in genere, e non i vostri enclavi politici. Io ci sono stata e pure gratis ma quello che ho visto francamente mi ha disgustato parecchio. Forse dire la verità alla gente verità pesanti, che magari in una sinistra abbuffona non si possono dire, perchè non si hanno le carte per dirle ste cose! perchè non si ha una visione di paese di territorio, ed anche una capacità culturale di parlare ai cittadini per far capire che l’era del 1960 è finita e che non è possibile che diamo a tutti la stessa ricchezza, per altro non guadagnata, compreso voi ovviamente. Le cose da dire sono tante, ma non basta dire, bisogna piegarsi sui progetti e sulle cose, ed in regione e l’ho bazzicata non poco, nessuno si piega su nulla e quello che ho visto a sinistra non era migliore di formigoni! dico solo uguale. e allora!? innanzitutto questo partitone senza spina dorsale deve scindersi una volta per tutte e deve creare due partiti 1) un labur 2) i liberal democratici (laici e progressisti). questi due partiti devono marciare alleati ma non possono assolutamente collidere nel nulla! Dco solo che l’ammucchiata della vecchia consorteria dc/pci deve una volta per tutte essere seppellita e soprattutto sepellita con molta pulizia. Ripeto i figli di non li voterò mai più, a questo punto meglio con incognite inquietanti i figli di nn…perchè i figli con nome e cognome sono solo i vostri raccomandati. spiace dirlo, ma ormai le parrocchie le ho visitate tutte capito e quelle sindacali pure ed ho emanato un verdetto, i figli di…..devono morire.
    sara finzi

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  2. sara finzi

    Cari Pizzul
    ma è molto semplice, è fallita l’alleanza che il pd ha fatto senza passaggi, tra i ceti borghesi milanesi democratici, ed i ceti popolari.
    Boeri è bravissimo ma non interpreta le esigenze popolari dei catto comunisto che piaccia o non piaccia le capta meglio il ricchissimo Pisapia! E’ ingiusto ma certo che è ingiusto, ma quando si parla di meritocrazia non si parla alla sinistra cresciuta nell’egualitarismo! Oppure nella cultura che il lavoro sia solo quello materiale con una spaccatura paura culturale che in italia non si è mai cucita (probela delle donne!) tra manuale ed intellettuale. Questo per i vecchi ovviamente, per i giovani e tutta un’altra storia. E però devo dire a Boeri di accorciare le distanze piegandosi su chi e bravo ma ha meno potere e doti di lui creando una rete che faccia crescere anche chi in partenza non ha ne strumenti ne passaggi. E dico a Pisapia che è grande ed ottocentesco piegarsi sui meno abbienti, simbolo di un cattolicesimo saggio e generoso, ma che occore pure pretendere che ciascuno si pieghi a darsi priorità e dire anche ai meno abbienti che i danari vanno spesi con dovuta proprietà e che se uno a risorse per 100 non può pretendere di mangiarsene per 200! e che bisogna anche piegarsi sulle cose. Insomma nessuno dei due ha completamente ragione. Neppure sugli immigrati. Ne il mondo pauperista ne il mondo liberale democratico. forse la via sta nel mezzo, riposizionando i valori di quello che si vuole e stabilendo quello che è bene comune e quello che non lo è. ristabilendo quello che è frutto di cose alle spalle e quello che è veramente frutto di capacità e sforzi individuali. Farlo è molto difficile perchè occorre severità rigore e tanta umanità. Occorre dare chace ma pretendere merito e soprattutto applicazione. Insomma signori cari…come disse una canzoni di guccini….vedi cara è difficile spiegare se non hai capito già….i danari sono qualcosa che van spesi con dovuta proprietà! (se serve una casa, non si mettono prima il divertimento e le gozzoviglie, se serve un lavoro si mette prima la buona voltà, se si ha diritto ad una pensione pagata, non si può pretendere che altri la scippino senza pagarla…..devo continuare o hai capito pizzul!? ripeto io tempo non ne ho più. la scaletta delle priorità al posto di quella dei divertimenti io l’ho sempre avuto e non ho mai vissuto pensando che mi spettasse il paradiso dell’eden! cosa che invece ho visto fare a sinistra troppo spesso! ma anche dagli immigrati! L’occidente non è un paradiso terrestre che ci deve far dimenticare la morte.

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  3. sara finzi

    è tutto sbagliato veramente sbagliato! che ci sia gente che debba vivere con la mia pensione di 1400 e quella di mio maritto idem 1400 nelle case popolari a vita con il mio reddito. e che ci sia il 60% dell’aler che non paghi neppure quel misero affitto perchè a loro spetta tutto! mentre gli zingari recuperati lavorano e pagano l’affitto! la casa è un bene primario non un diritto! diritto e l’acqua, i’aria il mare, diritto e poter avere occasioni ed a seconda delle capacità e bravura aspettarsi di essere aiutati ed aiutare. C’è gente che se la passa a sciurare i soldi perchè deve vivere…a spese della colletività e gente che ha scale di valori e le mantiene! insomma caro mondo catto comunista, qualcosa non va! ne nelle affermazioni di d’alema che odia la borghesia, ne nelle affermazioni di diritti che non sono di questo mondo, nella nostra italietta di furbi e raccomandati poi!?…non meglio non parlarne. sei in grado tu pizzul di fare una conferenza ai sindacati!? di fare cambiare registro ai contratti? di dare un bel calcione alla fabbrica degli onorevoli sindacalisti che non fanno il loro mestiere e non si piegano su nessuno!? e be io ci ho provato ed ho desistito. Non sopporto più la massa ed il potere di cianciare sempre e solo per se stessi, tutti! compreso Onorio Rosati. No grazie!
    30 anni di tessera cgil mi hanno insegnato tutto ho imparato dai poveri. Non sono migliori o peggiori e neppure gli immigrati sono migliori o peggiori. ripeto tutto da rifare madama la marchesa! anche sul pauperismo e su quello che si vuole fare davvero ai paesi poveri. A me che consumino coca cola in africa fotte un bel cazzo! ma neppure che si facciano comprare tutte le terre dalla cina….e allora allora si procede educando e basta e dando valori veri e reali e le scelte possibili! salutasse politici

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  4. Giorgio Malinverni

    Carissimo Fabio

    Iltuo post scrictum la dice lunga.
    Questa tua sacrosanta nota la dovevi scrivere quattro mesi fà. Io come iscritto, insieme a tanti altri solitari, ci siamo presi l’onere di 4 primarie (personalmente come presidente di seggio) e coordinatore di plesso alle elezioni nonchè volantinatore su tre mercati per ogni settimana di propaganda. I nostri dirigenti ( sopratutto i candidati nazionali) non li abbiamo visti attivi quasi mai. La federazione non mi risulta particolarmente frequentata dai nostri consiglieri e/o eletti nelle varie amministrazioni. Il partito è costruito con logiche interne create 2/3 generazioni fà. I costi di una struttura iperdimensionata assorbono inutilmente buona parte del budget, ed oltre tutto creando rindondanza decisionale e perciò lentezza anche nel capire la realtà dei bisogni della nostra base elettorale.
    Vedi un pò tu. Io contrinuo a sostenere che è finito il tempo di guardarsi allo specchio, è tempo di agire anche a costo di commettere errori. Questa agonia è intollerabile.
    Un abbraccio forte
    Giorgio

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  5. Emanuele Contu

    Caro Fabio,
    condivido buona parte delle tue riflessioni. L’assenza della segreteria metropolitana in questo periodo lungo e faticoso per tutti è stata clamorosa e il caso Boeri è la dimostrazione lampante di un sostanziale disinteresse nel tener dentro e valorizzare tutte quelle competenze che, proprio per la loro diversità ed eccezionalità, dovrebbero rappresentare un pezzo rilevante del patrimonio che attraverso il pd viene messo a disposizione della collettività.
    Il pd milanese, come quello nazionale, non può accontentarsi di essere la continuazione di esperienze politiche del passato e neppure la sommatoria di ex DS ed ex DL: ma questo è ciò che sta avvenendo e il pessimo risultato elettorale – soprattutto nazionale – ne è l’ovvia conseguenza.
    L’ormai imminente congresso dovrà essere l’occasione per riavviare con convinzione la fondazione del Partito Democratico: bisogna averne voglia, però, e credere in un progetto che prescinde dalle (legittime e comprensibili) ambizioni personali. E metterci la faccia, a viso aperto.

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  6. fildispada

    Fare peggio della Moratti era impossibile, ma Pisapia molto meglio non fa. Ci aspettavamo grandi cose, ma più che area c e piste ciclabili non abbiamo avuto. C’era da risolvere il bubbone delle case popolari: 5000 appartamenti vuoti, 30 mila in coda, scandali, delinquenza, occupazioni abusive… Qualche piccola azione è stata fatta, ma sinceramente il problema è ancora lì in tutta la sua gravità e non sembra che ci sia la volontà di risolverlo. Poi i drammi delle esondazioni del Lambro e soprattutto del Seveso. Ancora niente. Su Sea e Serravalle non si capisce che cosa volete fare, l’Expo incombe e ancora non lo avete tolto a Formigoni. Boeri è un personaggio di grande livello professionale e intellettuale. Scusami, ma è una spanna sopra tutti gli altri, Pisapia compreso. Forse aveva l’energia e la determinazione per dare un’accelerata al vostro sonnolento operare. E’ chiaro che probabilmente ha un carattere difficile e che non è molto portato al compromesso, ma sinceramente il modo in cui è stato cacciato è vergognoso: ha forse rubato? Ha molestato la segretaria? Ha preso a botte un usciere? Se non ha fatto queste cose io devo ancora capire perché è stato buttato fuori. Mi suona come se a Pisapia non piacesse il colore delle sue cravatte e sono autorizzato a pensarlo perché la formula “venuto meno il rapporto di fiducia” non spiega proprio nulla.

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  7. Gianluca

    Caro Fabio, condivido ogni tua parola. Segnalo, in particolare, un problema nel PD di selezione della classe dirigente, che neppure le primarie per il Parlamento hanno risolto. Mi pare davvero grosso come una casa.

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