Qualche considerazione sulla vittoria di Maroni

27 Febbraio 2013 di fabio pizzul

A 24 ore dal verdetto finale sulla Regione Lombardia, con la vittoria di Roberto Maroni, è tempo di qualche breve e sommaria riflessione.
L’esito del voto è indiscutibile: complimenti ai vincitori e buon lavoro al nuovo presidente.
Un grazie sincero a Umberto Ambrosoli per la generosità con cui ha accettato e interpretato il ruolo di candidato presidente del centro sinistra.
Un ulteriore grazie a tutti coloro che, in condizioni oggettivamente difficili (almeno dal punto di vista meteorologico), hanno offerto il loro contributo in una campagna elettorale dominata da temi nazionali e dall’indifferenza nei confronti della politica.
Ed ora quale considerazione sui risultati.

La sconfitta del centro sinistra è netta.
Non si può nascondere la delusione per un esito che si sperava, fino all’ultimo, potesse essere diverso.
1 – All’indomani delle primarie ci si era forse illusi che la strada potesse essere in discesa. Si è perso un mese prima di cominciare la campagna elettorale, anche a causa delle festività natalizie e delle primarie per i parlamentari del PD. Poteva essere tempo propizio per colmare quel divario di notorietà e radicamento territoriale che ha accompagnato Ambrosoli fino all’ultimo. Anche perché in quelle settimane Maroni era ancora alle prese con i bisticci tra Lega e il Pdl.
2 – Ambrosoli ha fatto una campagna generosa, senza lesinare impegno ed entusiasmo. Il suo profilo è stato molto efficace, un po’ meno la comunicazione e l’organizzazione della sua agenda elettorale. In una prima fase Umberto si è un po’ troppo appiattito sulla sua lista civica e non ha sfruttato fino in fondo il traino degli altri partiti della coalizione: la sua preoccupazione di apparire indipendente ha depotenziato, almeno in parte, la forza elettorale della coalizione. Nella fase cruciale della campagna avrebbe dovuto rassicurare e trasmettere fiducia ed entusiasmo. Ci ha provato, ma non ci è riuscito fino in fondo.
3 – I partiti si sono smarriti per strada, affidando la campagna elettorale ai propri candidati, impegnati più a contendersi le preferenze che a lanciare messaggi univoci, chiari e convincenti sulla regione. La prevalenza dei temi nazionali ha ulteriormente indebolito la proposta del PD e delle altre forze della sinistra che poi il voto ha letteralmente scompaginato. La divisione tra SeL ed Etico ha provocato un risultato tanto frazionato da impedir loro di avere una rappresentanza in consiglio, nonostante il significativo successo personale di Andrea Di Stefano che ha raccolto, a Milano e provincia, 9000 preferenze.
4 – A livello di contenuti, la proposta di Ambrosoli e delle liste che lo hanno sostenuto non è parsa molto efficace. Se la Lombardia di Maroni era quella del 75% delle tasse ai lombardi, quella di Ambrosoli non si è condensata in un’immagine univoca: tante belle idee e convincenti linee programmatiche che non sono però rifluite in due o tre messaggi “killer”. La pacatezza e la razionalità di Ambrosoli si sono confrontate con la brutale semplificazione e l’istintività di Maroni. Nelle città ha colpito Ambrosoli, nel resto della Lombardia è arrivato solo Maroni.
5 – Lega e Pdl partivano con un vantaggio di più di 20 punti percentuali. Hanno perso la metà dei loro voti rispetto al 2010, ma il centro sinistra è arretrato a sua volta, molto meno, ma tanto è bastato per non ottenere l’agognato sorpasso. Molto significativo il ruolo delle liste civiche: quella di Maroni ha raccolto il 10,22% pari a 552.924 voti, quella di Ambrosoli il 7,03% con 380.280 voti. La differenza di voti tra i due candidati presidenti è stata pari a 262.752. La differenza tra i voti delle due liste è pari a 172.664. Ballano ancora 90.088 voti. 86.497 sono stati garantiti a Maroni da Pensionati, Tremonti Tre L e Alleanza ecologica. Come vedete, l’operazione di raccolta delle briciole di centro destra è stata molto efficace. Nel centro sinistra il PD ha fatto la parte del leone; della Lista Ambrosoli ho già detto; il CPL di Marcora e Bettoni ha fatto il suo con 63.893 voti (pari all’1,18%); SeL, Etico, Idv e Socialisti hanno messo assieme solo 201.556, meno della metà della lista Maroni. Insomma, la Lista Maroni pare aver dato un bell’alibi psicologico a chi non voleva più saperne di votare Lega o Pdl, la Lista Ambrosoli non ha avuto un brutto risultato, ma (è solo una mia impressione) pare aver rimescolato consensi già interni al centro sinistra. Complimenti a Maroni per l’operazione, forse meno partecipata rispetto al lavoro fatto per la Lista Ambrosoli, ma molto più efficace.
6 – Ho l’impressione che il centro sinistra abbia inconsciamente replicato una delle colpe storiche dei cosiddetti progressisti: voler spiegare agli elettori che cosa devono pensare più che preoccuparsi di rappresentare le loro idee. L’ipotetico derby tra difesa degli interessi e promozione dei valori comuni è senza storia: vincono sempre gli interessi. E la Lega lo ha capito molto molto bene. In una realtà sempre più appiattita sull’oggi, la combinazione tra l’assenza di memoria e la poca voglia di guardare al futuro è micidiale e schiaccia tutto sull’interesse. La stessa attività politica si modella su queste dimensioni. Rivelatrice, in questo senso, è la prima dichiarazione di Maroni da presidente: “Missione compiuta. Abbiamo salvato… la Lega”. Come dire, l’interesse supremo è quello della Lega, non della Lombardia, perché l’obiettivo non è costruire una nuova Lombardia, ma tutelare gli interessi della Lega che coincidono con gli interessi dei lombardi. Semplificazione efficacissima che trova nel tenere più soldi possibili (il 75%) nelle ipotetiche tasche dei lombardi la più chiara concretizzazione. Purché non scatti il cortocircuito che fa coincidere le tasche dei lombardi con quelle della Lega.

Vi ho già tediato troppo. Concludo con alcune brevi considerazioni di prospettiva.
– sono curioso (senza ironia) di vedere all’opera i consiglieri del Movimento 5 Stelle. Mi auguro che possano dare un buon contributo al consiglio nell’ottica della trasparenza e dell’avvicinamento ai cittadini.
– spero che Maroni possa dare una mossa alla Lombardia e non si adagi sulla continuità e sulla gestione del potere fin qui costruito. Altro che eccellenza, negli ultimi due anni la Lombardia si è avviata verso il declino. Bisogna valorizzare le forze plurali della Lombardia economica, sociale e culturale. Chiudersi e illudersi che bastino i soldi dei lombardi per uscire dalla crisi sarebbe il miglior modo per confermare il declino.
– il PD, superato lo choc della sconfitta, deve imparare a rappresentare meglio i lombardi e a parlare a tutti loro. Molto ha già fatto, molto ha da fare. A partire dalle tante belle esperienze di governo sul territorio e dalla libertà di chi non vuole difendere qualcosa, ma intende costruire percorsi concreti di partecipazione e di valorizzazione delle grandi risorse dei lombardi. E poi, non è che abbiamo un po’ esagerato nel parlare di diritti in modo radicaleggiante? Dovremmo forse essere sì più radicali, ma nel proporre comportamenti e azioni all’insegna della trasparenza, della sobrietà e del rispetto delle istituzioni.
– il segnale di delusione nei confronti del centro destra è stato netto, ma la fiducia nel centro sinistra è ancora tutta da costruire. Cinque anni di opposizione spaventano (soprattutto dopo aver sognato la vittoria), ma vanno interpretati al meglio per poter essere pronti alla prossima chiamata, senza bisogno di inventarsi percorsi che, alla fine si rivelano fragili e poco affidabili.
– ultimo, ma non ultimo, non dimentichiamoci dei più poveri e dei più fragili: è lì che si misura davvero l’eccellenza di un’istituzione e la bontà di un’azione politica. Dovremo ricordarlo ogni giorno alla “nuova” maggioranza.

Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto e votato e vi chiedo di non lasciarci soli nel palazzo. Questo sito è il luogo in cui dialogare, criticare, proporre… Insomma, vivere insieme la Lombardia.

5 commenti su “Qualche considerazione sulla vittoria di Maroni

  1. ETTORE RUSSO

    CIAO FABIO, E’ VERO POTEVAMO FARE DI PIU’! E LO POTEVO FARE ANCH’ IO, ANCHE SE PENSO CHE ABBIA FATTO ABBASTANZA. INFATTI MI SONO SCONTRATO CON RAGAZZI ATTIVISTI A PAGAMENTO DELLA LEGA CHE VOLANTINAVANO PER IL CANDIDATO ROSATI, HO SEGNALATO ALLA POLIZIA LOCALE E AL CAPOGRUPPO DEL P.D. DI VARESE LE VARIE IRREGOLARITA’ DI AFFISSIONE IN SPAZI NON AUTORIZZATI, HO TENUTO DEI PICCOLI COMIZI, SCRIVEVO DEI PENSIERI POLITICI SU FACEBOOK E CRITICAVO OGNI OPPOSITORE AL PARTITO DEMOCRATICO, HO VOLANTINATO PORTA A PORTA IN QUEL DI SUMIRAGO. FORSE DOVEVO CONVINCERE ALCUNI DEL NOSTRO PARTITO A FARE ALTRETTANTO PER AMORE DEL BENE COMUNE. FORSE SONO MANCATE LE SQUADRE DI VOLONTARI ( UNA SPECIE DI MISSIONARI POLITICI ) CHE CASA PER CASA FACEVANO CAPIRE AI CITTADINI LE NOSTRE PROPOSTE E SOPRATTUTTO PRENDERE IN CONSIDERAZIONE E TRASMETTERE AI NOSTRI VERTICI I LORO SUGGETIMENTI.
    ABBIAMO RACCOLTO MOLTO, PUR SEMINANDO POCO E SPERO CHE SIA UNA LEZIONE PER NOI TUTTI PER IL PROSSIMO FUTURO.

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  2. Dino Santina

    Come sempre, lucido, sereno e pacato il commento di Fabio Pizzul agli avvenimenti, in questo caso per l’esito delle elezioni lombarde.
    Personalmente mi sono impegnato molto per questa campagna : dai seggi alle primarie per Ambrosoli, ai gazebo, alla distribuzione di volantini, alle centinaia di SMS e telefonate ad amici e conoscenti.
    Non so cosa avremmo potuto fare di più.
    Condivido, però al mille per cento, l’analisi di Fabio Pizzul circa il modo della coalizione (e in primis del PD) di presentarsi e rapportarsi nei confronti degli elettori.
    Propongo di affidare a Fabio Pizzul “potere assoluto” per la gestione della comunicazione del gruppo PD in Consiglio regionale. Propongo, altresì, l’obbligo, a tutti i livelli organizzativi del PD, di seguire le indicazioni di Fabio Pizzul.
    Sto parlando seriamente.
    In ogni caso, grazie a Fabio Pizzul per il suo generoso impegno e per la sua inteligente battaglia.
    Dio solo sa di quanto ne abbiamo bisogno noi cittadini, associazioni e imprese di Lombardia.
    Buon lavoro e grazie ancora.

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  3. Marco

    Complimenti Fabio, anche per l’analisi sempre lucida in questi momenti difficili.
    Mi sembra che le risposte ci siano già tutte nelle tue conclusioni, attenzioni da vivere da subito anche con più convinzione e un po’ di discontinuità dal passato (questo impongono i numeri): radicalità della proposta, rappresentazione delle realtà senza ammiccamenti, attenzione ai più fragili.
    In bocca al lupo per questi anni e soprattutto continua a stare sul pezzo per “poter essere pronti alla prossima chiamata”.
    Non ti lasceremo solo nel palazzo, spero che non ce lo permetterai.

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  4. Gianfranco Meegalli

    Questo passaggio:
    – ultimo, ma non ultimo, non dimentichiamoci dei più poveri e dei più fragili: è lì che si misura davvero l’eccellenza di un’istituzione e la bontà di un’azione politica. Dovremo ricordarlo ogni giorno alla “nuova” maggioranza.
    Andava scritto tutto a lettere maiuscole.
    Scriviamolo sugli stipiti e sulle porte…. leghiamolo alla mano come un segno ….. parliamone quando siamo seduti e quando camminiamo per via.

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  5. Massimo M.

    Complimenti per il tuo risultato seppur venati da tanta tristezza per l’esito del voto in Lombardia. Mi sono piaciuti gli auguri al neo presidente Maroni, oltre che lucido ed obiettivo nelle analisi dimostri di avere stile.
    Penso che con il movimento M5S di debba e si possa incominciare a ragionare in regione Lombardia per un nuovo modo di fare opposizione nell’interesse dei cittadini e delle istituzioni.
    Grazie per la generosità che hai dimostrato.

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