Per la scuola lombarda servono pluralismo e risorse

5 Febbraio 2013 di fabio pizzul

Il sistema scolastico non è un monolite. Vanno tenute in considerazione le specificità e le caratteristiche dei diversi ordini di scuola.
Sul fronte della scuola dell’infanzia il sostegno della Regione è necessario, anche perché in molte zone della Lombardia le materne paritarie sono l’unico presidio per le famiglie. Nella scuola primaria e secondaria di primo grado le paritarie svolgono da molti punti di vista un ruolo di sostegno non solo scolastico, ma anche sociale per le famiglie che trovano nei servizi offerti un importante aiuto nel difficile compito di contemperare i tempi lavorativi e la cura dei figli. Per le secondarie di secondo grado si entra invece in un terreno che riguarda quasi esclusivamente la libera scelta delle famiglie.

L’idea del centrosinistra non è certo quella di smantellare il sistema della dote scuola nelle sue diverse componenti: l’obiettivo è piuttosto quello di renderlo più rispondente ai bisogni delle famiglie con minori disponibilità reddituali e più efficace nel promuovere la qualità dell’offerta formativa. La stessa Giunta Formigoni, d’altronde, negli ultimi anni, probabilmente anche grazie alle sollecitazioni delle minoranze, ha provveduto a riequilibrare le diverse componenti della dote scuola.

Le promesse elettorali di chi va dicendo, per conquistare qualche voto dato per disperso, che incrementerà il buono scuola fino alla copertura totale delle rette, lasciano il tempo che trovano e non ci pare rappresentino un bel modo per prendersi carico di un sistema formativo che non deve creare figli e figliastri, ma deve tendere a un innalzamento complessivo dell’offerta, grazie alla valorizzazione del contributo di tutti coloro che contribuiscono al sistema formativo pubblico. La vera sfida per la scuola lombarda si gioca sull’attuazione dell’autonomia scolastica e non sulle promesse di finanziamenti che sanno più di prebenda elettorale che di vero sostegno alla scuola.

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