In questa campagna elettorale ci sono temi che rischiano di rimanere sottotraccia, ma che hanno concretamente e quotidianamente a che fare con la nostra vita.
E’ il caso della mobilità ciclabile, che non trova grande spazio nei programmi ufficiali della diverse coalizioni. Sarà perché la bicicletta non muove grandi interessi infrastrutturali, o perché è un mezzo di locomozione silenzioso ed ecologico, che non dà fastidio a nessuno e incrementa la qualità della vita delle nostre città. Tutto ciò che non fa clamore e non crea disagio, in campagna elettorale rischia di non “bucare il video”.
Non ho la pretesa di rimediare a queste carenze, ma tento di dire qualcosa a proposito di un tema che mi pare importante come la mobilità ciclistica.
Il gruppo regionale del PD nelle linee programmatiche affidate al candidato presidente Ambrosoli così sciveva a proposito della mobilità ciclistica:
Va perseguito il Piano regionale delle piste ciclabili, unitamente ai piani provinciali, per stimolare la realizzazione a livello comunale di reti ciclabili locali, per ampliare il bacino di captazione di stazioni e fermate del trasporto pubblico. Troppo spesso gli interventi nei comuni sono episodici e fini a se stessi, scollegati da una logica di rete, e soprattutto da una logica di intermodalità. Il censimento sistematico di quanto esistente dovrebbe essere fatto da province e regione, per individuare carenze e criticità e stimolare con diverse modalità i comuni ad intervenire. Non bastano le piste connesse a rete, ma si deve anche pensare a servizi di bike sharing, a posteggi sicuri per bici e altri servizi per i ciclisti in corrispondenza delle stazioni e delle fermate. Il piano della mobilità ciclistica regionale si è concentrato sulle grandi direttrici extraurbane per finalitá turistiche e ricreative, trascurando quasi del tutto gli interventi nei centri urbani: è fondamentale recuperare il tempo perso in questo senso e programmare fin da subito significativi interventi per promuovere l’utilizzo della bicicletta in ambito urbano, trasformando la bicicletta in un elemento fondamentale del trasporto delle nostre cittá, incrementando i servizi e le strutture ad essa dedicate. L’accesso a EXPO 2015 con la bicicletta dovrà essere favorito e farebbe da volano sia per l’economia che per il turismo lombardo, valorizzando l’immagine della Regione in modo coerente con lo spirito di sostenibilità che Expo2015 dove mostrare. Regione Lombardia deve diventare parte attiva nella realizzazione del progetto Vento, che ha grandi potenzialità e collegherebbe diverse città artistiche italiane e diventerebbe la spina dorsale e centrale del collegamento europeo Eurovelo 8 che unisce la Spagna con l’Ucraina.
Si potrebbero scrivere molte altre cose sulla promozione dell’uso della bicicletta in Regione Lombardia, ma penso che questi brevi cenni possano rassicurare riguardo l’intenzione di rafforzare l’utilizzo della bicicletta in regione.
Aggiungo qualche altra breve riflessione a proposito di mobilità sostenibile:
– va promossa l’intermodalità, con grande attenzione per la possibilità di trasportare le biciclette sui mezzi pubblici
– la bicletta può anche diventare un elemento di promozione e attrattività turistica, basti pensare alle potenzialità (per il momento solo abbozzate) del cicloturismo montano, a partire dalla possibilità di agevolare l’utilizzo ciclistico dei grandi passi alpini, dallo Stelvio al Gavia, dal Mortirolo ai meno maestosi valichi prealpini come il Ghisallo o il muro di Sormano
– si potrebbe valutare una serie di azioni per disincentivare il fenomeno dei furti di biciclette, ancora troppo diffusi soprattutto nelle grandi città, da una sorta di anagrafe delle due ruote ai già citati parcheggi custoditi con ciclofficine annesse
– ricordiamoci anche che la bicicletta è anche un elemento importante del tessuto delle piccole e medie imprese lombarde. O forse è meglio dire che lo è stato e potrebbe tornare ad esserlo. Tante le officine meccaniche specializzate che non hanno retto alla concorrenza orientale, tanta però anche la qualità e l’esperienza da non disperdere. Fin troppo facile citare Bianchi e Colnago, ma la realtà è molto più ricca e variegata.
Sono solo alcuni appunti che vanno però sviluppati e rafforzati. In collaborazione con tutti i gruppi e le associazioni che amano e promuovono la bicicletta.