Mancano 40 giorni alle elezioni e i cieli delle città lombarde non sono mai stati così azzurri, nonostante la stagione invernale. I manifesti elettorali di Roberto Maroni campeggiano da giorni in modo insistente con dimensioni sempre più incombenti e invadenti.
Come se non bastasse, da un paio di settimane il faccione del leader leghista si intrufola in decine di siti internet, tanto che c’è chi pare intenzionato a lanciare un movimento di liberazione della rete dall’invasiva presenza maroniana.
Al di là delle battute, sarebbe interessante capire quanto stia spendendo Roberto Maroni per la sua campagna elettorale. E c’è da credere che l’offensiva comunicativa sia solo agli inizi.
In tempi di crisi e di pressante richiesta di sobrietà e tagli ai costi della politica, suona quanto meno stonata la grandeur leghista e l’occupazione pervasiva delle città lombarde.
Nulla di illegale o fuori dalle regole, ma lo stile vuole la sua parte e il mezzo con cui si comunica diventa quasi sempre parte integrante del messaggio. Ci lasciamo alle spalle più di tre lustri di megalomania formigoniana e, francamente, ai lombardi sarebbe il caso di evitare di piombare in una Lombardia a trazione leghista che non bada a spese pur di mantenere potere e poltrone. E, come spesso accade nella strana contabilità elettorale italiana, c’è da scommettere che, essendo i materiali e gli spazi attualmente occupati dalla cartellonistica maroniana stati acquistati per tempo, e quindi abbondantemente al di fuori del periodo strettamente elettorale, non rientreranno nei costi complessivi della campagna che il candidato prima o poi dovrà rendere noti.
Non vorremmo che una parte significativa di quell’ormai mitico 75% di tasse che la retorica leghista vorrebbe trattenere in padania servisse proprio per pagare una campagna elettorale così massiccia da richiamare i tempi d’oro di Berlusconi. Andando con lo zoppo…
Forza Ambrosoli!
Sì, è veramente inquietante, sia la situazione sia la foto
Certo che è veramente imbarazzante la campagna elettorale che stanno conducendo, raccontando panzane e presentandosi come salvatori della patria padana dopo 17 finiti come sappiamo. Speriamo che la gente apra gli occhi. Però non crediamo di avere vinto, bisognerà lottare fino all’ultimo voto.