In un paese con un alto debito pubblico, ma con famiglie mediamente poco indebitate, le riforme messe in campo sin qui dal Governo Monti sembrano voler parzialmente invertire questo binomio. Mentre le spese per ogni singola famiglia aumentano e chi non ha messo risparmi da parte si trova in seria difficoltà e tacciato da colleghi e amici, spesso a torto ma a volte anche a ragione, di esser stato una cicala, la promessa è quella di veder migliorare i conti dello Stato e l’avvio di una politica che non insegua il semplice rigore ma un programma di sviluppo serio e sostenibile per gli anni a venire. La Lombardia, tra le regioni italiane con i conti più in ordine, sta facendo la sua parte?
Quali provvedimenti ha adottato per eliminare le rendite di posizione dei suoi colossi e favorire l’aumento di nuovi investimenti e di innovazione? La rete infrastrutturale e viabilistica ha registrato numerosi errori di programmazione in questi anni, basti pensare alla gestione di Malpensa o ai treni dei pendolari di molte zone della regione. Aziende importanti come quelle del distretto Hi-Tech della Martesana stanno chiudendo, preferendo delocalizzare in paesi più competitivi, non sempre più economici o meno avanzati, anzi. La sanità, considerata il fiore all’occhiello della gestione formigoniana, è investita da scandali che mettono a nudo i limiti di un modello troppo generoso nei confronti dei privati disinvoltti, a scapito del pubblico e di quei privati che si sono fatti carico delle esigenze dei cittadini e del territorio e non solo di quelle dei loro conti. Un panorama non proprio florido, aggravato dalla considerazione che la Lombardia è la regione italiana che fa pagare i ticket sanitari più alti ai suoi cittadini e senza distinzione di reddito. L’evasione fiscale, i blitz della guardia di finanza lo testimoniano, è ben presente anche in Lombardia, così come lo sono anche gli affari della malavita organizzata.
Quali provvedimenti ha adottato per eliminare le rendite di posizione dei suoi colossi e favorire l’aumento di nuovi investimenti e di innovazione? La rete infrastrutturale e viabilistica ha registrato numerosi errori di programmazione in questi anni, basti pensare alla gestione di Malpensa o ai treni dei pendolari di molte zone della regione. Aziende importanti come quelle del distretto Hi-Tech della Martesana stanno chiudendo, preferendo delocalizzare in paesi più competitivi, non sempre più economici o meno avanzati, anzi. La sanità, considerata il fiore all’occhiello della gestione formigoniana, è investita da scandali che mettono a nudo i limiti di un modello troppo generoso nei confronti dei privati disinvoltti, a scapito del pubblico e di quei privati che si sono fatti carico delle esigenze dei cittadini e del territorio e non solo di quelle dei loro conti. Un panorama non proprio florido, aggravato dalla considerazione che la Lombardia è la regione italiana che fa pagare i ticket sanitari più alti ai suoi cittadini e senza distinzione di reddito. L’evasione fiscale, i blitz della guardia di finanza lo testimoniano, è ben presente anche in Lombardia, così come lo sono anche gli affari della malavita organizzata.
Occorre ripensare questa regione se vogliamo contribuire alla ripartenza del Paese ed esserne protagonisti. Durante la tre giorni intitolata “E se avessimo Regione noi?” organizzata dal gruppo consigliare del PD in Regione Lombardia nello scorso mese di giugno, sono emerse molte idee grazie a importanti interlocutori. Il lavoro di elaborazione di quei contenuti è avviato e le iniziative già da settembre saranno molte.
Dal punto di vista istituzionale, nelle prossime settimane saremo chiamati ad esaminare e discutere il Documento Strategico Annuale per il 2013, che propone le linee guida della Giunta regionale per i prossimi 12 mesi. Tante belle parole, ma una sostanziale continuità con quanto fatto negli anni scorsi, senza una vera strategia per uscire dalla crisi.
Dal punto di vista istituzionale, nelle prossime settimane saremo chiamati ad esaminare e discutere il Documento Strategico Annuale per il 2013, che propone le linee guida della Giunta regionale per i prossimi 12 mesi. Tante belle parole, ma una sostanziale continuità con quanto fatto negli anni scorsi, senza una vera strategia per uscire dalla crisi.
Vi allego il DSA 2013. Scarica qui il testo
Se qualcuno vuole impiegare un po’ del suo restante tempo di vacanza per leggerlo, mi farebbe poi piacere avere sollecitazioni e commenti che potranno essermi molto utili nel dibattito delle prossime settomane.
Se qualcuno vuole impiegare un po’ del suo restante tempo di vacanza per leggerlo, mi farebbe poi piacere avere sollecitazioni e commenti che potranno essermi molto utili nel dibattito delle prossime settomane.