Sulla base della legge regionale 18 del 2010 le competenze del garante sei detenuti sono state trasferite al Difensore civico. Le competenze riguardano intervento su materie specifiche in ordine a eventuali inadempimenti su competenze regionali. Ma il potere reale in ordine alla tutela dei detenuti é davvero esiguo. Il garante non ha una struttura e del personale dedicati ai carcerati. Fino alla sxorsa legislatura esisteva almeno un sottosegretario al carcere. La presenza del sottosegretario, secondo il garante, era positiva e garantiva un coordinamento e un punto di riferimento unico oggi assente. In termini funzionali era sicuramente più produttivo. Servirebbe un referente interno in ogni carcere per raccogliere le denunce. Lo stesso rapporto con i garanti provinciali é improvvisato perché non sono definite esattamente le funzioni di questi garanti. Pare allora difficile capire come il garante possa intervenire concretamente sul sistema carcerario, il suo campo di intervento é limitato alle competenze regionali. Talvolta il garante interviene anche fuori dalle competenze, ma unicamente con poteri di moral suasion. Per di più, i detenuti non conoscono l’esistenza del garante: nel 2011 si sono ricevute appena un centinaio di istanze e con le condizioni in cui versano le carceri lombarde, mi sembra davvero pochino. Se la figura del garante é solo un adempimento di legge, forse si potrebbe anche risparmiare qualcosa… Ma forse sarebbe meglio, anche per una questione di civiltá, farlo funzionare davvero.
Detenuti, un garante “sulla carta”
15 Giugno 2012 di fabio pizzul
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