Ieri il gruppo del PD in regione Lombardia ha rinnovato pienamente la fiducia al proprio capogruppo Luca Gaffuri che, dopo le polemiche seguite alla sua assenza dall’aula martedí scorso, aveva chiesto di disxutere con serenitá e schiettezza sul suo ruolo. Preciso che nessuno lo ha mai messo in discussione e che fa specie il can can mediatico che la sua (inopportuna) assenza ha provocato. Un consigliere ha il dovere di essere presente alle sedute del consiglio, ma esiste il diritto a scelte che dicano come la politica non é il tutto e non può spadroneggiare sulla vita delle persone.
Mi permetto anche di togliere qualche piccolo sassolino che in questi giorni mi é entrato nelle scarpe.
Come mai fino alla settimana scorsa la stampa degnava di pochissima attenzione Gaffuri e, nel giro di poche ore, é diventato fondamentale per la politica regionale? Possibile che prima nessuno si fosse accorto del fatto che ha sempre adeguatamente rappresentato il PD in aula, senza cedere a sensazionalismi o a populismi e conquistandosi una stima generale in consiglio?
In quale considerazione vengono tenuti i rapporti e il rispetto personale tra chi fa politica? Ci si lamenta dell’assalto alla vita privata, salvo poi utilizzare in modo sgradevole e violento questioni che garbatamente (e forse ingenuamente) erano state poste, comela possibilità di anticipare o posticipare di qualche giorno la discussione della mozione per un problema di caratte personale.
Quale idea, infine, hanno della politica e della sua funzione alcuni di coloro che simsono esercitati nel commentare senza freni la vicenda? Ma vi pare possibile sostenere che la passione politica deve andare oltre ogni privato interesse e persino affetto?
Gaffuri ha sbagliato, sottovalutando l’impatto della sua assenza, la notizia era sicuramente ghiotta, ma i toni utilizzati e le reazioni (anche interne al Pd) registrate mi paiono davvero spropositati. Indice del fatto che per chi fa politica e per chi parla di politica c’è urgente bisogno di rivedere toni, linguaggio e modalitá con cui proporsi. In caso contrario, penso che il 6% di fiducia che ancora rimane per i partiti calerà ancora. E poi… A fare la parte del demolitore e del populista il più bravo é Grillo. Vogliamo anche noi lavorare solo per lui?
Non me ne voglia Alberto Stadera, stimabile commentatore di Repubblica, ma l’articolo che vi allego (forse perché ultimo in ordine di tempo) é tra quelli che mi hanno dato più fastidio, anche umanamente. Chi scrive ha la funzione di cane da guardia della democrazia, ma se finisce per sbranare le persone, facendo solo caricature poco verosimili, e in un certo senso la democrazia stessa, a che serve?