Un voto che cambia la Lombardia

22 Maggio 2012 di fabio pizzul
Il secondo turno delle amministrative ci consegna una Lombardia inedita. Comuni importanti saranno governati dal centro sinistra, mentre Lega e Pdl, salvo poche eccezioni, arretrano e devono cedere posizioni che fino a qualche mese fa parevano inespugnabili.
Alle amministrative, soprattutto con l’attuale sistema elettorale (che funziona bene), conta chi vince e basta, ma qualche riflessione non mi pare inutile. Senza la pretesa di essere particolarmente originale o acuto.
Calano nettamente i votanti. Anche in una consultazione che tradizionalmente aveva pagato dazio meno delle altre all’astensionismo. Un segnale di disagio nei confronti dei partiti (soprattutto di centro destra). Non é un bel segno per chi ha il compito di interpretare il ruolo di mediazione tra cittadini e istituzioni. Soprattutto in vista del cambiamento di marcia necessario per andare oltre la parentesi del governo tecnico.
Il dato dell’astensione in Lombardia dice come ci sia una maggioranza di cittadini che non si riconosce nell’attuale proposta politica locale e regionale.
La domanda che Schiavi pone oggi sul Corriere mi pare centrale: dove finirà la prossima volta quel blocco silenzioso che domenica non é andato a votare?
Qualcuno, e mi auguro possa essere il Partito Democratico, deve farsi carico di dare risposte anche a questi cittadini che hanno scelto di trasformarsi in fantasmi elettorali.
Secondo dato: la scomparsa di fatto del centro destra in Lombardia. Un dato elettoralmente inoppugnabile che però non penso possa essere immediatamente traslato sulla dimensione lombarda. Il voto (o non voto) evidenzia il disagio di chi non si sente più adeguatamente rappresentato dalla proposta politica pidielleghista. Formigoni si affretta a comunicare (via twitter) che “nei prossimi giorni dal Pdl arriverà una novità che costringerà tutti a confrontarsi e porterà un cambiamento di fase politica”. Vedremo. Intanto consiglierei al presidente di confrontarsi con le fibrillazioni della sua maggioranza e con il responso delle amministrative lombarde.
Paradossalmente la poltrona di Formigoni potrebbe ora anche essere più stabile per la debolezza delle forze che lo sostengono, ma che cosa possono aspettarsi i cittadini lombardi da una maggioranza che non può far altro che arroccarsi in difesa delle proprie posizioni? Dobbiamo, anzi, devono (i cittadini) rassegnarsi a una lunghissima fase di basso impero regionale che non saranno certo i Barbari sognanti a trasformare in nuova età dell’oro? Spero che Formigoni e suoi alleati non si accontentino di questo e che abbiano il coraggio di guardare in faccia a una realtà che li vede in evidente difficoltà. Andare fino alla fine della legislatura in queste condizioni non serve a nessuno.
Ultima notazione. I partiti non bastano più. In molti comuni lombardi si é visto chiaramente come la spinta decisiva per la vittoria sia arrivata dalle esperienze civiche che hanno saputo suscitare partecipazione e consenso in tempi in cui sembrano prevalere individualismo e disimpegno. Fare politica oggi chiede sempre di più la capacità di interpretare e rappresentare le diverse sensibilità di territori ed esperiemze spesso molto diversi tra loro. Non bastano più le appartenenza, peraltro sempre più deboli; serve il coraggio di ragionare su contenuti e proproste credibili e praticabili, che possano aprire una speranza di futuro per cittadini sempre più bloccati dalla paura di non farcela.
Servono per questo anche persone in grado di raccontare, con la propria esperienza e con il proprio comportamento, un modo diverso di fare politica. Al di fuori di logiche di potere, con l’unico obiettivo di porsi a servizio delle cose di tutti e di un rinnovato patto di cittadinanza. L’esperienza politica non va rottamata a prescindere, ma non può neppure trasformarsi in una sorta di contratto a tempo indeterminato senza alcun limite pensionistico.  Le spinte di rinnovamento (Cinque stelle compreso) sono salutari provocazioni, ma i partiti sono ancora imprescindibili per la costruzione di qualsiasi alternativa. Purché non si ritengano autosufficienti e si aprano alla collaborazione con tutti coloro che intendono spendersi per la propria comunità, piccola o grande che sia.
Un grazie a tutti coloro che generosamente hanno costruito e sostenuto la bella avventura di queste elezioni amministrative. Un grande in bocca al lupo a tutti i sindaci eletti. Che possano davvero vivere questa loro esperienza amministrativa con l’unico obiettivo di mettere al primo posto l’interesse dei propri concittadini.

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