Da oggi il consilio regionale della Lombardia ha un nuovo presidente: il leghista Fabrizio Cecchetti, originario di Rho, alla sua seconda legislatura, noostante la giovane età (classe 1977).
Nel suo discorso di insediamento, Cecchetti si é tolto qualche sassolino dalla scarpa.
Il Palazzo, ha detto il neo presidente, deve aprirsi rompendo la logica dell’auto-celebrazione (forse che pensasse a Formigoni?). E ha proseguito: é ora di un bagno nella realtà per dire che la politica non é sconnessa dal mondo esterno (l’espressione del Celeste si é rabbuiata). E avanti: il Consiglio non può avere solo un ruolo di ratifica delle decisioni della Giunta.
Cecchetti ha poi elencato alcuni punti di impegno per l’assemblea:
– legiferare per sostenere le famiglie
– sbloccare il Patto di stabilità
– avviare una riflessione sulla riforma federale
– difendere l’autonomia di Regione Lombardia con il Consiglio che se ne faccia garante;
le regioni (nessuna esclusa, sic!) non stanno sfruttando a pieno gli spazi aperti dalla riforma del Titolo V della Costituzione
– potenziare rapporti con regioni mitteleuropee e con 4 motori dell’Europa.
Auguro buon lavoro al nuovo presidente, nella consapevolezza che il suo non sarà un ruolo semplice e che potrebbe non durare a lungo, non per questioni sue personali, ma per l’oggettiva crisi politica dell’attuale maggioranza lombarda che esce malconcia dal turno elettorale amministrativo.