Scusate, ma i cattolici non sono solo questo (almeno spero)

6 Maggio 2012 di fabio pizzul

Due articoli comparsi sulla stampa il 5 maggio non possono lasciare indifferenti.
Il primo ha guadagnato la prima pagina del Corriere della Sera e porta la prestigiosa firma di Ernesto Galli della Loggia (Il maso chiuso dei cattolici) il secondo occupava la prima pagina de “Il fatto quotidiano” con la firma di Marco Lillo, sempre ben informato di faccende vaticane (Cl, cerchio magico intorno al Papa).
Proverò a sviluppare qualche breve riflessione.

L’editoriale di Galli della Loggia propone una lettura univoca e superficiale della realtà del cattolicesimo italiano e del conseguente impegno dei cattolici in politica. Le uniche vicende dei cattolici in politica degne di qualche nota sembrano essere quelle legate all’esperienza di CL che riassumerebbe paradigmaticamente gliatteggiamenti di tutti i cattolici. Quando Galli della Loggia scrive “la sindrome del “maso chiuso” che, ben lungi dal riguardare solo Cl riguarda però, più o meno, l’intero cattolicesimo politico italiano” mi pare non renda giustizia di una realtà che va ben oltre l’orizzonte ciellino. Possibile che non si abbia la minima percezione delle centinaia, se non migliaia, di cattolici impegnati a vari livelli nelle istituzioni senza essere rappresentanti di una qualche filiera o gruppo di pressione? Può rientrare nella definizione del “maso chiuso” l’esperienza e la generosità di chi accetta di giocarsi in politica “da” cattolico e non “in quanto” cattolico e prova a rendere concreto e quotidiano l’invito a spendersi per il bene comune, uno dei cardini della Dottrina Sociale della Chiesa?
Certo che se il cattolicesimo è interpretato solo in un’ottica politica, o meglio, politicista, come mi suggeriva in una mail Franco Monaco, l’interpretazione di Galli della Loggia diventa plausibile.
L’esperienza del cattolicesimo in politica è molto di più anche se, forse, non mancano responsabilità interne alla realtà ecclesiale. Negli ultimi anni una parte del mondo cattolico (o forse sarebbe meglio scrivere della gerarchia) ha preferito affidarsi a logiche di contrattazione con il potere più che a meno garantiti, ma più responsabili, percorsi di responsabilità e di fiducia nei confronti di chi da cattolico aveva deciso di giocarsi in politica. Non possiamo lamentarci poi se prevalgono logiche che hanno poco a che fare con una politica ispirata al bene comune e scivolano verso, pur legittime, tutele di interessi particolari.

Quanto all’articolo di Lillo, lascio sullo sfondo la tesi del complotto vatican-ciellino per la successione al Papa. Anche in questo caso, la realtà ecclesiastica rischia di essere riletta secondo canoni troppo politicizzati. Alcuni passaggi meritano però qualche riflessione, segnatamente quelli in cui si riporta il contenuto di una lettera di don Carron riguardo la scelta del successore del cardinal Tettamanzi come Arcivescovo di Milano. La missiva non è un’iniziativa personale del leader di Cl, ma rientra nelle consultazioni che il Nunzio apostolico in Italia opera in vista della decisione riguardo il nuovo arcivescovo. Anche il presidente dell’AC e molti altri rappresentanti ecclesiali sono invitati ad esprimere il loro parere attraverso una lettera che deve mantenere il segreto canonico, ovvero non va pubblicizzata. A parte questo particolare, quanto scritto da don Carron mi pare davvero eccessivo: parlare di unilateralità degli interventi della chiesa ambrosiana, di collateralismo con una sola parte politica e di conseguente poco incisivo contributo educativo della Chiesa al bene comune, all’unità del popolo e alla convivenza pacifica è poco rispettoso della realtà, ingiusto nei confronti di chi ha speso se stesso per la chiesa ambrosiana e francamente eccessivo da parte di chi guida un movimento che voglia definirsi ecclesiale. L’indicazione del nome dell’attuale arcivescovo è legittima e corretta, anche se definirla l’unica possibile per una questione di coscienza…
Capisco che, sotto la garanzia del segreto canonico, uno tenda ad esprimersi con grande sincerità e schiettezza, ma questo mi preoccupa ancora di più: personalmente interpreto l’appartenenza ecclesiale con molta più libertà e umiltà, nella consapevolezza che è più opportuno operare il discernimento e lasciare il giudizio e l’eventuale condanna a chi è più capace di misericordia. Non credo che quella che emerge dalla lettera sia la strada migliore per costruire quella comunione ecclesiale che tutti invocano e, a quanto pare, pochi intendono praticare.
Spero di essere presto smentito e che le citazioni che stanno alla base dell’articolo de “Il Fatto quotidiano” possano essere smentite e smontate.
Permettetemi però di essere un po’ sconsolato.

Due letture del genere in un solo giorno mettono davvero a dura prova, ma chiedono anche un profondo esame di coscienza: che cosa non sta funzionando nell’impegno dei cattolici in politica? Perché si presta il fianco a queste letture e queste derive?

4 commenti su “Scusate, ma i cattolici non sono solo questo (almeno spero)

  1. Marco

    Ciao, magari si potrebbe provare a distinguere gli ambiti, come diceva qualcuno.
    In politica chi si adopera per il bene comune, e quindi anche chi lo fa da cristiano, non può che collaborare a costruire un’ALTERNATIVA CREDIBILE ad una stagione di arroganza, di individualismo, di strumentalizzazinoe del fatto cristiano e forse anche di ruberie. Lasciate perdere i vari editorialisti distratti, che distratti “ci sono o ci fanno”. Lasciateli alla carenza della loro analisi un po’ troppo “materialista” o all’interesse a fare gli anticlericali. D’altra parte l’anticlericale fa antipolitica perchè il clero troppo spesso ha fatto politica, nel senso che è sceso a patti con il potere, non nel senso di un richiamo profetico alla giustizia sociale, che quello cara grazia che qualcuno l’ha fatto.
    Nella Chiesa invece sarebbe bello lasciare che lo Spirito Santo faccia emergere la verità storica di questi anni (decenni), nel dialogo sincero e fraterno tra i cristiani e con le realtà civili. Certa arroganza e faziosità prima o poi non può che emergere come stomachevole, o quanto meno estranea alla costruzione della comunione ecclesiale.

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  2. grazia

    Ma caro Pizzul, come puoi pensare che si abbia la percezione di tutti i cattolici impegnati in politica?
    CL non cede un millimetro sui valori fondamentali della vita, che piaccia o no. Questa è la differenza!
    Come si fa a riconoscere nell’operato di tanti in politica la loro matrice cattolica se, come te, ci dite per esempio che Pisapia è il vento nuovo?
    Pisapia: un abortista, difensore delle coppie di fatto, che ha sempre operato contro ogni proposta forte della Chiesa.
    E tu pensi che dopo aver lanciato la sua candidatura, la gente possa ancora percepirti come politico che opera per la fede cattolica?
    Ti rendi conto della pretesa che hai?
    Purtroppo in questo Galli della loggia ha perfettamente ragione.
    torniamo ai veri valori cristiani, sosteniamo persone che davvero li rappresentano e forse rifiorirà un vero cattolicesimo anche in politica!

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  3. Caterina

    Caro Fabio, conoscendo la tua competenza e il tuo impegno, leggendo il tuo commento a Galli Della Loggia mi sono rincuorata. Io l’ho sentito dire cose fuori della grazia di Dio a Vicenza, chiamato, lui, a discettare di cattolici e unità d’Italia e senza adeguato contraddittorio, come se non esistessero in Italia pensatori e storici esperti del cattolicesimo democratico.Stendo un velo pietoso su come ha considerato i cattolici impegnati nella costituente, ma davvero per tutto l’incontro l’ho sentito utilizzare il termine cattolico per indicare tutt’altro da quello che io vivo e conosco. Umilmente ho provato a far notare a chi ne sa e conta più di me queste contraddizioni, ma mi dicono che non capisco nulla…

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  4. michele

    Cara sig.ra Grazia, proviamo a vedere i cattolici, oltre le famose battaglie delle coppie di fatto e dell’aborto. perchè vede purtroppo, noi veniamo da un governo nazionale di almeno 10 anni, che sulla carta si professava cattolico e unico paladino, e difensore di quei valori che a noi cattolici stanno a cuore…si ma sulla carta, perchè se vediamo la realtà, è completamente diversa. Non sono riusciti a cambiare la legge 194, non sono riusciti a fare una legge sul testamento biologico, hanno azzerato praticamente i sussidi alle famiglie, tralasciando gli atteggiamenti del ns amattissimo ex presidente del consiglio, che di cattolico non aveva proprio neinte. Quindi cerchiamo di vedere oltre i grandi temi, (mi riferisco ad aborto e coppie di fatto) che interessano solo ad alcuni, in certi periodi elettorali (vedi Moratti a Milano). La dottrina della chiesa se applicata non è solo aborto e coppie di fatto. cioè io mi dovrei fidare per esempio del berlusca che si è contro le coppie di fatto (pur lui essendo stato sposato 2 volte) si è contro l’aborto (pur avendo lui fatto abortire una volta la sua prima moglie) e poi si scopre che lui organizzi festini di burlesque con giovani avvenenti???? ma melgio pisapia 1000 volte…

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