Davide Boni ha rassegnato le dimissioni da presidente del Consiglio regionale della Lombardia. Dopo più di un mese le richieste del Pd e delle altre opposizioni sono state accolte. L’ormai ex presidente rimarrà, legittimamente, consigliere, ma non avrà più l’onere e l’onore di rappresentare tuti i consiglieri.
Al passo indietro di Boni corrisponde però un rilancio (l’ultimo?) del presidente Formigoni.
Quello di Boni é un gesto di responsabilitá nei confronti dell’istituzione. Un gesto che, seppur giunto tardivamente, ripristina un po’ di credibilità per un ufficio di presidenza già duramente messo alla prova da altre vicende giudiziarie. Compresa, lo so, quella di Penati che peraltro aveva rassegnato per tempo le sue dimissioni dallo stesso ufficio.
La Lega ha prima costretto Boni a rimanere al suo posto e ora lo “licenzia” e mette in evidenza con ancora maggior enfasi le difficoltà della maggioranza.
Formigoni presenta oggi un altro rimpasto di giunta: fuori Rizzi e Maullu (sport e commercio), dentro Ruffinelli e Peroni. Immutati i pesi tra Lega e Pdl, molto indebolita l’immagine di efficienza e solidità della compagine di governo.
La logica mi farebbe parlare di un Formigoni sempre più solo e in bilico, il linguaggio della politica parla però di un estremo tentativo per puntellare la maggioranza e garantirne la navigazione almeno fino al 2013.
Avanti dunque come se nulla fosse e come se i lombardi non si fossero accorti di nulla. Più il tempo passa e più quanto accade in Lombardia sta trasformandosi in una farsa che rischia di trasformarsi in tragedia. Per gli interessi e i bisogni dei cittadini.