Un titolo che evoca il grande storico greco Plutarco per raccontare una strana giornata del Consiglio regionale.
In Consiglio si collabora per la legge sul trasporto pubblico, mentre fuori esplode la protesta degli insegnanti precari e inizia la mobilitazione del centro sinistra per chiedere un reale segno di discontinuità a una giunta Formigoni ormai alle strette.La nuova legge sul trasporto pubblico locale, lungamente attesa e pazientemente costruita nel lavoro di commissione, ha suscitato un clima di grande collaborazione, con la maggioranza che ha accolto buona parte dei quasi 100 emendamenti presentati dalle minoranze, nessuno escluso.
Si è assistito così a un’insolita votazione unanime con tutti i gruppi consiliari che hanno detto sì alla nuova legge che, tra le altre cose, divide la Lombardia in cinque zone per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico, introduce il concetto di stazioni multimodali, incentiva la mobilità dolce (quella in biclicletta) e stabilisce l’obbligo di costruire corsie riservate ai mezzi pubblici accanto a eventuali nuove tangenziali o circonvallazioni.
Tanti spunti positivi che vanno però ora confermati con una reale applicazione della legge.
Troppe normative sulla carta buone in Lombardia non hanno poi trovato un reale seguito amministrativo.
Fuori dal Pirellone suonava un’altra musica.
Quella degli insegnanti precari che protestavano contro l’ipotesi di reclutamento diretto degli insegnanti che si nasconde dietro la sperimentazione sui concorsi di istituto prevista dall’articolo 8 della legge “CresciLombardia” e quella delle opposizioni che hanno dato il via alla campagna “Formigoni, tempo scaduto” che animerà nelle prossime settimane 100 piazze della regione.
Le storie parallele raccontano di un Formigoni isolato e impegnato a difendere il fragile equilibrio della sua maggioranza e di un consiglio che, quando si trattano temi di spessore e interesse generale, è capace di collaborare e di trovare strade condivise nell’interesse dei lombardi. Peccato che le occasioni per raccontare questa seconda e più costruttiva storia siano sempre più rare di fronte a una maggioranza che pare più preoccupata di sopravvivere che di rilanciare una strategia politica ormai smarrita e appiattita sulla gestione di un improbabile equilibrio tra separati in casa (Lega e Pdl).
Quanto durerà tutto questo?
Il Pd si augura che possa essere fatta presto chiarezza e vengano evitate anche strane scorciatoie, quali il tentativo di Formigoni di trasformarsi in un Monti di rito lombardo.
La giornata di ieri ha dimostrato che il Pd è pronto a collaborare su provvedimenti che mettano al centro l’interesse dei lombardi, ma non ha alcuna intenzione di fare sconti a una maggioranza che punti solo a vivacchiare e a puntellare un sistema di potere sclerotizzato e opaco.