Si può ancora parlare di sport nell’oratorio del terzo millennio?
Domanda ambiziosa che il CONI regionale lombardo ha voluto mettere al centro di un convegno presso l’Università Cattolica di Milano.
Vi offro qualche spunto tratto dagli interventi dei relatori e un mio video commento.
Aldo Grasso (docente Università Cattolica ed editorialista Corriere della Sera)
L’oratorio deve abere il coraggio di ribadire che lo sport e cultura, fatta di tecniche e di regole
L’oratorio è un importante luogo di fisicità come antidoto alla virtualità digitale
Massimo Achini (presidente nazionale Centro Sportivo Italiano)
La sfida fondamentale è quella di educare.
Lo sport è strumento educativo purché metta al centro le persone.
Lo sport rappresenta il 53% del volontariato italiano.
professor Mondoni (docente di scienze motorie presso l’Università Cattolica)
Gli oratori hanno avuto il merito di risollevare lo sport italiano nel dopoguerra
Cardinaletti (commissario dell’Istituto del Credito Sportivo)
Il nostro mondo e il nostro tempo vanno amati e ascoltati.
Per ogni progetto il primo investimento è la capacità formativa di chi lo gestisce.
Se non si torna alla spontaneità non nasceranno mai nuovi grandi campioni.
La nuova frontiera delle nostre città è la riconversione allo sport delle aree verdi urbane (possono gestire anche gli oratori).
don Alessio Albertini (responsabile pastorale dello sport – Diocesi di Milano)
Scopo dell’Oratorio è offrire ragioni di vita e lo sport è vita.
Obiettivo è far crescere, non solo costruire campioni o strutture.
La necessità prioritaria è quella di avere progetti educativi chiari.