Non mancano gli spazi, nemmeno la passione degli operatori, ma i tagli di bilancio sono arrivati anche in via Calchi Taeggi, dove, proprio accanto alla fermata MM di Bisceglie, sorge il carcere minorile milanese dedicato all’illustre milanese fautore dei diritti civili, Cesare Beccaria.
Il carcere, dove in questi giorni è stato accolto il minorenne che a Socivo ha ucciso l’appena 18enne Lorenzo, ospita ragazzi dai 14 ai 21 anni. Le lezioni sono finite anche per loro, ma la scuola di vita dentro le mura continua anche d’estate.
In ogni cella dormono in genere in tre. Accanto ai letti trovano posto un solo armadio a due ante e un solo scrittoio. Di giorno di norma i ragazzi vivono negli spazi comuni divisi in gruppi – le sbarre delle singole celle vengono aperte alle 8 e chiuse alle 20. Manca loro la libertà, ma non un progetto educativo pensato per offrirgli strumenti di crescita, condivisione e studio. L’uso della biblioteca, delle aree gioco e della palestra avviene sotto orari e regole ferree con la costante supervisione di educatori e agenti della polizia penitenziaria, sempre presenti a tutte le ore del giorno e della notte.La convivenza tra ragazzi di origini e caratteristiche diverse non è sempre facile, ma la scommessa che è stata fatta dalla direttrice è di non creare gruppi di serie A e gruppi di serie B, in modo che tutti si abituino ad andare d’accordo con chi è diverso da loro. Sono molti i ragazzi che potrebbero essere recuperati con un accompagnamento di questo tipo, ma al Beccarla i posti sono limitati, tanto più ora che metà dell’istituto è in ristrutturazione.
Accanto al Beccaria c’è il centro di prima accoglienza per i minori che vengono arrestati. Qui sostano una o due notti i minori in attesa che venga deciso dove mandarli. E’ dove sarebbe dovuta venire Ruby la notte che fu arrestata in questura tanto per intenderci. Sulla porta di una delle celle è stato inciso “scusa mamma”. Moltissimi sono i “Ti amo” seguiti o preceduti dai nomi della persona amata. Sono scritte che testimoniano quanto gli affetti, in situazioni di disagio, diventino fondamentali per il recupero di questi giovani e della società nel suo complesso.
E’ in corso una grossa ristrutturazione di buona parte del complesso che ospita il Beccaria, ma i fondi in arrivo dal ministero non bastano mai, sia per le opere murarie, sia per il personale educativo e amministrativo. E’ vero che la delinquenza minorile crea meno allarme sociale, ma la possibilità di realizzare il dettato costituzionale che prevede la funzione riabilitativa del carcere non può che iniziare da qui.