La morte ha colto, improvvisa, mons. Cesare Mazzolari, vescovo originario del bresciano da molti anni in Africa e, in particolare, in Sudan.
Mons. Mazzolari ha legato il suo nome a varie battaglie degli ultimi anni, da quella per i bambini soldato, vera e propria piaga dell’Africa, a quella per i diritti e l’autodeterminazione delle popolazioni del Sud Sudan e dei Monti Nuba in particolare.
Secondo il carisma proprio della sua congregazione, i comboniani, mons. Mazzolari ha voluto condividere in tutto la condizione delle popolazioni che gli erano state affidate. Recentemente ha preso parte, da vero protagonista, alla celebrazione per la nascita del nuovo stato del Sudan del Sud. Un processo lungo e sanguinoso che non lo ha mai visto tirarsi indietro, fina dagli anni in cui la sua sede episcopale era a Nairobi e lui esercitava il ministero episcopale in esilio perché il governo ufficiale di Kartoum (capitale del Sudan) lo considerava persona scomoda e, spesso, anche sgradita.
Mons. Mazzolari è stato stroncato da un attacco cardiaco mentre concelebrava una Messa.
Lascerà molti rimpianti e un grande vuoto, perché non ha mai voluto risparmiarsi in questi lunghi e appassionati anni di missione africana.
Il popolo del sud Sudan ricorderà il vescovo bresciano come una dei padri della propria neonata patria. Con la speranza che mons. Mazzolari possa ora continuare a vegliare sulla sorte di un popolo che molto ha sofferto e che muove i primi non facili passi verso una autodeterminazione a lungo sognata.
Mi auguro che la Regione sappia ricordare degnamente questo vescovo lombardo, magari conferendogli, ormai alla memoria, il premio per la pace 2011.
Nei prossimi giorni presenterò una richiesta al proposito.