L’assessore Romano La Russa ha risposto in aula a un’interpellanza a risposta immediata (question time) in cui si chiedeva ragione della sostanziale assenza di Regione Lombardia nella gestione dei profughi provenienti dal Nord Africa.
La sintesi (da me raccolta con qualche licenza di sintesi) dell’intervento dell’assessore è la seguente:
Smettiamola di parlare di emergenza. A Lampedusa arrivano 1000 persone al giorno, 200 delle quali devono essere sistemate in Lombardia per accordi presi a livello nazionale. Ormai questa è la normalità. La seconda ondata, ovvero quella di queste settimane, non è composta da libici o tunisini, ma dai prestatori d’opera dei pozzi di petrolio in Libia. Con quello che è successo, ovvero lo sciagurato bombardamento (SIC!) che continuiamo a fare, la gente da là continua a scappare. Regione Lombardia ha fatto sempre il suo dovere fin dal primo minuto. Regione Lombardia ha nominato fin dal primo secondo il prefetto Lombardi che ha svolto egregiamente il suo compito. Dopo qualche settimana Lombardi ha fatto un passo indietro e ha gestito tutto il prefetto Gabrielli nella più assoluta efficienza. La collaborazione delle province e dell’ANCI non è stata sempre fattiva, forse perché le comunicazioni non sono state efficaci, ma questo non è imputabile a Regione Lombardia. Compito della protezione civile è stato solo quello di accompagnare i profughi. Da una decina di giorni il nuovo soggetto attuatore indicato da Regione Lombardia è nuovamente il prefetto di Milano nella persona del vice prefetto Russo. La cabina di regia di cui fanno parte, in modo assolutamente paritetico, ANCI, API, Prefettura e Regione Lombardia è affidata alla responsabilità della prefettura. Oggi finalmente le cose stanno funzionando, funziona la cabina, sono stati attivati i tavoli provinciali che individuano i luoghi e da lì si procede.
I comuni continuano a sentirsi scavalcati e non interpellati. Le province altrettanto. Ma la Regione, per bocca di La Russa, dice che tutto è andato per il meglio. La Regione è stata interpellata per ben 5 volte perché indicasse, o meglio, si assumesse il ruolo di soggetto attuatore (come accaduto in tutta Italia, fatta eccezione per il Veneto – dove però i profughi sono raccolti in tre siti centralizzati). Risultato: la regione non ha fatto che continuare a indicare come attuatore il prefetto di Milano. Insomma, l’ente che si è sempre attribuito il titolo di paladino del federalismo, sceglie di farsi rappresentare dal prefetto, la più centralista delle istituzioni, e nega ai comuni (che poi devono gestirsi le rogne vere) e alle province la possibilità di essere interpellati e coordinati nella gestione della vicenda profughi. Bell’esempio di federalismo! La Lega tace e acconsente? Complimenti!