Non suoni irriguardoso il titolo del mio post. E’ il saluto affettuoso di un fedele ambrosiano al suo nuovo pastore.
Il cardinale Angelo Scola è dunque il nuovo Arcivescovo di Milano.
Dopo mesi di discussioni, il Papa ha firmato la nomina dell’attuale Patriarca di Venezia.
Una scelta annunciata che, al di là della storia personale del cardinal Scola, rappresenta un grande riconoscimento per la Diocesi di Milano.
Nella storia della chiesa contemporanea nessun patriarca si era mai mosso dalla città dei Dogi se non per diventare Papa. Il fatto che l’attuale pontefice abbia voluto puntare sul cardinal Scola per la successione del cardinal Tettamanzi è indice del grande rilievo che la diocesi ambrosiana ha ormai stabilmente assunto nel panorama ecclesiale.
Ho già avuto modo di scrivere su questo blog (scatenando le reazioni più varie) che il nuovo vescovo si accoglie come un dono prezioso e non come un segnale di carattere politico o ecclesiastico.
E’ lecito che i commentatori si esercitino in interpretazioni e speculazioni di vario genere.
Personalmente non sono appassionato da tutte queste chiacchiere e preferisco limitarmi a un caloroso: “Benvenuto!”.
Come ebbe occasione di dire l’arcivescovo ormai bi-emerito, il cardinal Martini, nell’atto di consegnare il pastorale che fu di San Carlo al suo successore cardinal Tettamanzi, il peso di una diocesi come Milano non è indifferente. Il cardinal Scola, uomo di raffinata cultura e di provata capacità, ha bisogno della collaborazione di tutti per guidare la chiesa ambrosiana. Il vescovo ha un ruolo e un ministero prezioso che trova nella sintesi e nella composizione delle ricchezze della chiesa locale la sua più compiuta espressione. Sono certo che il cardinal Scola saprà fare tesoro del cammino fatto in questi anni dalla diocesi di Milano e saprà guidarla verso le sempre più impegnative sfide che la realtà contemporanea propone.
E’ quanto ha fatto magistralmente in questi anni il cardinal Tettamanzi in condizioni oggettivamente difficili e inedite. A lui va un grande ringraziamento.
Se scorriamo l’elenco dei vescovi ambrosiani dall’inizio del ‘900, ci accorgiamo di come la diocesi di Milano sia stata gratificata della guida di personaggi di altissimo rilievo ecclesiale e cluturale: il cardinal Ferrari, il cardinal Schuster, il cardinal Montini, il cardinal Colombo, il cardinal Martini e il cardinal Tettamanzi.?
La nomina del cardinal Scola è, da parte del Papa, un indubbio e chiaro riconoscimento dell’importanza della chiesa ambrosiana e del grande ruolo svolto dai suoi vescovi.
io non sono così ottimista, no non lo sono.
A me questa scelta non entusiasma affatto…
Ottima notizia!
Un grande uomo come Arcivescovo di Milano!
Pizzul, è comodo per lei non commentare dato che il precedente Cardinale di Milano ha sostenuto l’elezione dell’uomo votato dal suo partito, Pisapia, che ha dato il patrocinio al Gay Pride, istituirà presto il registro delle unioni civili e ha presentato, quando era parlamentare (2002), una proposta di legge per legalizzare l’eutanasia; e non ha mai ritrattato il suo pensiero!!!!
Come può un cattolico sostenere un sindaco che presenta tali leggi?
Come può il Cardinale della Chiesa Ambrosiana sostenere un tale uomo che fa spregio di tutti i più importanti valori cattolici?
Per fortuna Scola è uomo che difende la vita dal concepimento alla morte!
A differenza del suo predecessore che con le sue ultime uscite ha fatto l’esatto contrario! Milano non lo rimpiangerà!
a Marco ricordo, esterefatto e anche un po’infastidito dalle sue “sentenze” alcune citazioni/appelli del “predecessore” che spero lo facciano pensare e anche un po’ ammorbidire nei suoi giudizi: 1) “…un interrogativo mi tormenta: io, come arcivescovo di Milano, cosa posso fare? Chiedo a tutte le comunità cristiane di riflettere sulle conseguenze della crisi economica, di prestare particolare attenzione alle famiglie in difficoltà a causa del lavoro, di aderire con generosità al fondo famiglia-lavoro. Il mio appello si estende al mondo laico: realizziamo, insieme, dei gesti concreti di soliarietà…” 2) E’ meglio essere cristiani senza dirlo che proclamarlo senza esserlo! 3)”I diritti dei deboli non sono diritti deboli”. E quanto altro ancora si potrebbe citare con ammirazione ed orgoglio. Caro Marco con te prego e festeggio per l’arrivo del card. Scola, ma un grande arcivescovo, anzi grandi arcivescovi li abbiamo avuti già!!!! e Milano pur con fiducia e speranza nel suo nuovo pastore, ti assicuro, li rimpiange.
Ovviamente molte parole del Cardinal Tettamanzi sono condivisibili, come quelle citate.
Ma il fatto che l’Arcivescovo di Milano si esponga in prima persona e con forza per sostenere a livello politico un uomo, Pisapia, che è totalmente pro eutanasia, aborto, unioni civili, matrimoni gay (come i primi giorni di governo di Milano hanno già fatto vedere) mi lascia indignato ed esterefatto.
Bastava leggere il programma di Pisapia per rendersi conto di quanto fosse lontano dalla difesa del cattolicesimo.
Non bastano tutte le giuste frasi riportate se poi in politica si sostiene candidati e linee politiche decisamente lontane dal cattolicesimo.
Per questo Milano non lo rimpiangerà: non rimpiangerà un uomo che predicava valori cristiani, ma sosteneva persone totalmente ed apertamente contrarie ad essi.
Sinceramente mi sembra molto difficile che Scola possa sostenere politiche e persone così lontane dalla difesa della famiglia e della vita
Attento Marco che la malafede e le bugie (Moratti docet) non pagano mai: vorrei capire, con la citazione di atti e dichiarazioni circostanziati, quando e dove il cardinale Arivescovo “predecessore” si è “esposto in prima persona e con forza” per sostenere a livello politico Pisapia. Per quanto riguarda Pisapia quei “totalmente pro ….” mi sembrano giudizi massimalisti ed estremizzanti. Di “matrimoni” gay non sta parlando nessuno, le unioni civili non mi tolgono il sonno soprattutto perchè penso che si possa seriamente compiere passi rilevanti della propria vita evitando di usare gesti importanti e sacri in cui non si crede. Io per questo ho invece voluto celebrare le mie nozze consacrandole col sacramento del matrimonio cristiano grato a chi mi ha donato la fede e speranzoso nell’aiuto del Signore che quel giorno ha benedetto l’unione con mia moglie. Mi irrita moltissimo sentirti dire “Milano non rimpiangerà un uomo che predicava valori cristiani, ma sosteneva persone totalmente ed apertamente contrari ad essi” Su temi come questo mi verrebbe voglia di iniziare una polemica politica cominciando a parlarti di Berlusconi e di chi (spero non tu) si da un gran da fare per difenderlo e sosterlo, ma mi voglio astenere e fraternamente ti saluto.
Caro Pizzul,
sono pienamente d’accordo con Lei, ma da umile cittadino mi sento di doverLe dire: Lei è un abile politico!
Spero però che non ci sia un’avanzata, o meglio occupazione, di CL! Sa, il nuovo Vescovo ne è stato uno dei fondatori…!??!
Buona serata
Tettamanzi ha sollecitato tutto il clero milanese ha votare per Pisapia (come si è visto con Don Colmegna).
Ha criticato la Moratti (in alcuni casi in modo corretto) esponendosi in prima persona contro di lei; a precise domande sul programma anticattolico di Pisapia si è semplicemente rifiutato di rispondere!!
Il 2 giugno a S.Siro ha affermato che “la festa di Pisapia è l’inizio di una primavera per Milano”.
Mi aspettavo gli interventi su Berlusconi e qui sta la gigantesca differenza: berlusconi ha dei comportamenti moralmente deprecabili, per non dire di peggio. Ma la politica del suo partito è senza ombra di dubbio per la difesa della vita (si veda anche il caso Englaro) e del matrimonio uomo-donna.
Pisapia e molti altri di sinistra (non tutti, vedi Marrazzo, sircana…)sono moralmente molto meglio di Berlusconi, ma le loro scelte politiche sono fortemente in contrasto con la difesa della vita senza se e senza ma, e la famiglia basata sul matrimonio uomo-donna.
Certo che preferirei un premier moralmente ineccepibile, ma preferisco mille volte un uomo da comportamenti anticattolici e politica fortemente in difesa del valori cattolici, che uomini moralmente a posto con politiche fortemente anticattoliche.
E un Cardinale che difende la politica di tali uomini, sinceramente, non è affatto un guadagno per la società e la pensione è un bel toccasana per lui e per noi.
Sono impressionato da tanta asprezza e malevolenza nei confronti del cardinal Tettamanzi da parte di Marco che immagino non sia un fedele della Diocesi ambrosiana e che di conseguenza non abbia mai avuto occasione di vederlo, ascoltarlo e incontrarlo. Tutti gli attacchi sono nello stile dei “cattolicissimi” Feltri, Sallusti e Salvini. In quanto a Berlusconi sono perplesso nel sentir affermare di preferire mille volte un uomo dai comportamenti anticattolici (sbrigativo come concetto) che però è fortemente impegnato a difendere i valori cattolici (confuso come concetto!)
Prima che ci mettiamo il cuore in pace col “prodigioso” e “utile” pensionamento dell’amato cardinale non posso fare a meno di ricordare a Marco alcuni concetti di cattolici “seriamente” impegnati in politica: “…impegnarsi in politica non PER la fede, ma A CAUSA della fede…” sosteneva B. Zaccagnini e inoltre: “…è il senso del servizio del prossimo, come ce l’ha indicato il Signore, attuato nelle forme più larghe della solidarietà umana, SENZA MENAR VANTO DELL’ISPIRAZIONE PROFONDA CHE CI MUOVE e in modo che L’ELOQUENZA DEI FATTI “tradisca” la sorgente del nostro umanitarismo e della nostra socialità…” scriveva a un compagno di partito A. De Gasperi. Solo per dire che preferisco che i “valori cattolici” siano difesi da gente così. Ciao Marco
Non mi interessa chi difenda in politica i valori cattolici, purchè li difenda.
Berlusconi moralmente è un pessimo esempio, ma si è mai visto che dal suo partito abbiano proposto leggi a favore delle coppie di fatto, a favore dell’aborto, a favore dell’eutanasia, a favore del gay pride?
A sinistra purtroppo ci sono chiarissimi esempi di questo: la questione englaro ne è l’emblema, per non dire dell’aborto, dei Dico e mille altri esempi.
Continuo a ritenere che quello che fa Berlusconi nelle sue ville è pessimo, ma se poi la sua politica permette di andare contro aborto, eutanasia, coppie di fatto, allora mi interessa poco cosa fa nel suo letto.
Pisapia, che si presenta come un uomo sicuramente migliore di Berlusconi, ha proposto leggi sull’eutanasia in parlamento, ha sostenuto il gay pride, farà un registro delle unioni civili.
Come possono i cattolici sostenere un uomo così, che PUBBLICAMENTE e CON la SUA POLITICA dispregia valori non negoziabili del cattolicesimo?
Giordano, le sembrano concetti confusi?
Berlusconi nelle sue ville fa cose per nulla edificanti, Pisapia con la sua azione politica si fa beffe di molti valori cattolici!
Tettamanzi ha dato il suo pubblico appoggio a Pisapia!!!
Faccio parte della Diocesi di Milano e ho visto e ascoltato tante volte Tettamanzi; ovviamente ha detto molte cose giuste, ma è un uomo che ha detto e fatto scelte pazzesche: le sembra possibile che non abbia mai preso posizione contro i Dico, a favore della vita di Eluana (ha detto: scelgano i medici!!!!!!), contro le leggi presentate dalla sinistra sulla revisione della 194.
E, dulcis in fundo, ha sostenuto Pisapia, con tutto il suo bagaglio di politiche che asfaltano i valori non negoziabili più volte espressi dal Papa.
Sinceramente non rimpiango affatto un Cardinale così e un cambio di indirizzo è più che benvenuto per la diocesi tutta.
Caro Marco, di fronte alle sue granitiche certezze e all’invidiabile (?) sicurezza nell’analisi dei problemi e dei comportamenti mi arrendo perchè penso che, pur sicuramente riconoscendoci fratelli nel recitare in chiesa lo stesso Credo, abbiamo idee sulla vita e sul mondo completamente diverse.
Le confesso che il fatto che alcune mie incertezze e dubbi, che a suo dire sono assimilabili(non ne sarei così convinto) a quelle di colui che è stato il nostro vescovo, mi conforta e mi consola un po’. Non credo che il cardinale fosse così “disinvolto” sul caso Englaro; sicuramente però avrà pensato con misericordia e compassione al padre di Eluana ormai privo di ogni speranza e probabilmente privo dell’aiuto della fede. Sicuramente avrà pregato per lui e in ogni caso si è certamente astenuto da giudizi tipo “si vuole liberare da un fastidio” (tralascio la fonte di tale giudizio perchè è di persona a lei ben nota e in un certo senso a suo avviso “meritevole”). A tale proposito se andrà a ricercare fatti raccontati tempo fà il “nostro” ha pure “rinunciato” alla nascita di un figlio perchè non sano. Sarà stata sicuramente colpa della sua seconda ex moglie perchè lui con “..la sua politica che permette di andare contro l’aborto ecc. ecc. ….” non l’avrebbe mai fatto o consentito.
Avevo detto mi arrendo e adesso mi arrendo davvero e mi scuso di questa specie di agressività che deriva sicuramente un po’ dall’impossibilità che mi ritrovo di avere idee radicate e certe che possano farmi sentire sempre sicuro e tranquillo. Una cosa però ho imparato in un certo mondo cattolico ed è quella che la tolleranza non è indifferenza ai valori, ma capacità di credere in alcuni valori sapendo che ne esistono altri, anch’essi rispettabili. Ora la saluto e chiudo veramente.
complimenti ai talebani integralisti (ciellini e non) più papisti del Papa, che nemmeno si accorgono di non essere neanche cristiani (cioè seguaci di uno meno granitico di loro), figuriamoci cattolici (cioè universali)… inutile perdere tempo a farli ragionare, ammesso ce l’abbiano “loro” la ragione l’han chiusa in un cassetto. Amen.
Quant’è stucchevole la diatriba politico religiosa su Tettamanzi e Pisapia! Mi ricorda i tempi in cui Giovanni XXIII era considerato un filocomunista per aver ricevuto in Vaticano il direttore dell’Istvestzia Agiubei!
Ma che insagnamento quello di Tettamanzi quando, fermato dai giornalisti mentre si recava a casa Englaro prima della morte di Eluana, rispose che non c’erano commenti da fare ma dimostrare la prpria vicinanza ad una famiglia nel dolore e soprattutto pregare!
Quindi penso sia meglio non accanirsi subito su CL (pur capendo i dubbi di Tomas) ma tenerci vicini a Scola e pregare lo Spirito Santo per un compito difficilissimo.
Caro Marco, difficile chiedere alla politica di difendere un baluardo che da tempo abbiamo perso in termini culturali…sarebbe bello invece poter lavorare per riscoprire positivamente i nostri valori, affermandoli positivamente e proporre una lettura che sia di arricchimento della vita e non solo mera interdizione di comportamenti…ma il discorso è lungo e complicato, e forse questa non è neanche la sede adatta.
Non me ne voglia Fabio Pizzul, persona che stimo anche per averla conosciuta in ambiti estranei alla politica, ma il suo articolo sulla nomina di Angelo Scola ad Arcivescovo di Milano mi pare ispirato a quel grigio conformismo ecclesiale che oramai sta diventando uno dei peggiori tratti della Chiesa, in particolare di quella italiana.
Sebbene il mio orizzonte di conoscenze all’interno della Chiesa milanese sia relativamente limitato, mi è parso, nei mesi antecedenti la nomina, quando quello di Scola era solo uno dei diversi nomi dei possibili successori di Tettamanzi, di cogliere, tanto nel clero quanto nel laicato, diffuse perplessità, per non dire imbarazzo e fastidio di fronte alla prospettiva che fosse chiamato a reggere la diocesi ambrosiana proprio il Patriarca di Venezia.
E tuttavia questo esteso disagio non è mai andato al di là del semplice mugugno e non è riuscito a concretizzarsi in una solida presa di posizione in nome della parresia (libertà di parola) che oramai non caratterizza più la vita della Chiesa, nella quale invece dovrebbe avere spazio tanto una “opinione pubblica” sostenuta dal senso comune dei fedeli quanto una soggettività delle singole diocesi in base ai propri percorsi pastorali e ai propri vissuti storico – sociali. Questo è tanto più vero per una Chiesa come quella ambrosiana, non solo in ragione della sua storia e della sua importanza, ma anche per il fatto che la nostra diocesi, attraverso le nobili figure dei suoi due ultimi arcivescovi, Martini e Tettamanzi, ha espresso non di rado negli ultimi decenni una sensibilità piuttosto difforme da quella manifestata dalla CEI e dallo stesso Vaticano sia in ordine alle problematiche intraecclesiali sia per quanto concerne il ruolo della Chiesa nella società e il modo di testimoniare in essa il Vangelo.
Pizzul afferma in modo apodittico che “il Cardinal Scola saprà fare tesoro del cammino fatto in questi anni dalla diocesi di Milano ”; al posto di questa affermazione porrei invece una domanda: “il cardinal Scola vorrà fare tesoro del cammino fatto in questi anni dalla diocesi di Milano ?”. Perché questo è lo snodo fondamentale che il nuovo cardinale dovrà affrontare, considerata la sua formazione molto vicina, per non dire organica, a Comunione e Liberazione. Scola, già allontanato dal seminario ambrosiano perché più incline a seguire gli insegnamenti di Don Giussani piuttosto che quelli dei suoi superiori diocesani, arriva nella diocesi in cui CL si è nata in modo opaco e nella quale spesso tale movimento gioca il ruolo di una sorta di “chiesa parallela” con la quale è assai difficile dialogare. Certamente Scola nel momento del suo ingresso a Milano è uomo più che maturo e dopo aver espresso nel suo ruolo di Patriarca di Venezia delle interessanti intuizioni sull’ecumenismo e sul rapporto fra le diverse culture; tuttavia il dubbio che egli sia stato inviato a Milano come normalizzatore di una diocesi troppo fuori linea resta, come persiste la questione se il vero movente della nomina da parte di Benedetto XVI non sia la volontà da parte del pontefice di dare una chiara indicazione sul proprio successore, una motivazione quindi estrinseca rispetto alla situazione della chiesa milanese.
Ora a me pare che queste ed altre perplessità non si siano espresse in modo chiaro e manifesto, cosa che costituisce un gravissimo limite, unitamente al fatto che non vi sia stata da parte del Vaticano un’ampia consultazione della base ecclesiale della nostra diocesi nelle sue varie articolazioni.
Purtroppo solo il gruppo “Noi siamo chiesa”, etichettato come progressista, ha avuto il coraggio di manifestare (e di questo personalmente sento di doverlo ringraziare) in modo pubblico e circostanziato i dubbi relativamente alla nomina di Scola, cosa che, a causa del generale silenzio, fa pensare che essi siano espressione soltanto di alcune frange minoritarie della Chiesa ambrosiana.
Una Chiesa nella quale il dialogo a tutti i livelli dovrebbe essere uno dei tratti qualificanti meriterebbe altre prassi ed altre modalità, ben diverse da quelle che sono state impiegate per la nomina di Angelo Scola ad Arcivescovo di Milano.