L’alba della nuova scuola?

25 Gennaio 2011 di fabio pizzul

Piccola esperienza concreta di un qualsiasi genitore lombardo con figli frequentanti la scuola dell’obbligo.
Arrivano a casa due brevi avvisi.
Il primo riguarda l’ipotesi di una raccolta di 30 euro a famiglia per sostenere economicamente la scuola e far sì che l’offerta formativa possa rimanere sui buoni livello garantiti finora.
Il secondo la possibilità di frequentare un corso propedeutico all’ECDL (la patente europea di informatica) garantito dalla scuola, ma a pagamento.
Per carità, non sarà certo un genitore a negare qualche decina di euro per garantire al proprio figliolo di poter contare su maggiori opportunità formative. Che sarà mai? Se proprio uno non ci arriva, basta rinunciare a una pizza nel week-end e i conti tornano subito.
Sarà anche così, ma il sospetto che sia in atto una sorta di mutazione genetica della scuola italiana è sempre più fondato.
Lasciamo perdere dichiarazioni di principio sullo stile: “pago già le tasse, perché dovrei pagare la scuola due volte?”. La conclusione potrebbe essere un’altra: in tempi di crisi è giusto che la scuola tagli e riduca all’osso i servizi e l’offerta; chi vuole qualcosa di più metta pure mano al portafoglio.
Se passa quasta tesi e le famiglie ci fanno l’abitudine, il gioco è fatto e lo Stato potrà tranquillamente continuare a tagliare nella consapevolezza che le famiglie non negheranno certo ai propri figli le opportunità necessarie.
Ma dove va a finire l’universalità dell’istruzione e con essa la possibilità di offrire pari opportunità secondo una logica davvero meritocratica e non legata alle disponibilità economiche della famiglia di origine?
E’ questa l’alba della nuova scuola?
Se all’orizzonte continua a brillare una stella (anzi, una Maria Stella), temo proprio di sì.

4 commenti su “L’alba della nuova scuola?

  1. Maurizio

    Ciao Fabio, io da Presidente di un Consiglio di Istituto di una Scuola Superiore con 1200 alunni ti posso dire che è gia’ passata da un pezzo questa “usanza”. Senza i contributi dei genitori (che arrivano anche a 150 € all’atto dell’iscrizione come contributo “VOLONTARIO”) la Scuola non potrebbe nemmeno aprire le porte!!! Ma sembra che di questo nessuno si preoccupi!
    /maurizio tortosa

    Replica
  2. Stefania

    Caro Fabio, è così. Lentamente, stanno erodendo anni di conquiste sociali e civili, e non solo nella scuola. Ma pace, come dici tu, se la situazione lo richiede, siamo pronti anche a sacrificarci. E’ il venire a conoscenza dei privilegi di pochi(l’ultimo riguarda la liquidazione da Paperone a Bianchi, di Milano Ristorazione, poi riassunto) che manda in bestia. Allora i conti con tornano. E non basta saltare una pizza. Il peso sullo stomaco rimane lo stesso. C’è una speranza di voltare pagina? Io continuo assurdamente a crederci… Penso che gli italiani siano pronti a qualcosa di nuovo. Ma di nuovo davvero.

    Replica
  3. Anna Maria Contursi

    l’evidenza dei tagli emerge, per un genitore, “solo” ora perchè vi viene chiesto di mettere mano al portafogli, ma l’offerta formativa è stata minata da molti anni, e cioè a partire dalla legge moratti, che ha drasticamente ridotto il numero degli insegnanti impededendo, di fatto, le copresenze che garantivano la possibilità ai docenti di costruire progetti attorno ad una classe , in funzione dei suoi bisogni, mettendo al centro i ragazzi, sopprattutto quelli più “bisognosi”: di attenzione, di erelazioni positive, di un modo diverso di apprendere, con disagi più o meno conclamati, in situazione di handicap etc
    ora ci mancano anche i soldi per proporre progetti di più ampio respiro, diciamo quelli per i progetti di Istituto. il mio articolo su “in dialogo” sottolineava il forte disagio che viviamo noi docenti in questi anni.

    Replica
  4. Giorgio Vallery

    Ancora una volta in ritardo, con un apologo (spero non derivante da un esperimento atroce).
    ” Se butti una rana in una pentola d’acqua bollente, schizza via, prima ancora di scottarsi. Se la metti sul fuoco in una pentola d’acqua appena tiepida -magari in un freddo inverno- quando l’acqua arriva al bollore la povera rana è già…lessata”.

    Replica

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *