“Il peggio è cominciato, ma il peggio va affrontato.”
“Nella classe dirigente non solo politica, ma pure economica e finanziaria, si affermano comportamenti individuali e collettivi che favoriscono la mafia. Bisogna intervenire per eliminare quanto a livello pubblico, attraverso intermediazioni e parassitismi, ha fatto e fa proliferare la mafia”.
Sono due frasi estrapolate da un’intervista di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia, pubblicata il 6 gennaio 1980, proprio il giorno in cui Mattarella fu ucciso dalla Mafia.
“Occorre spostare i centri di interesse e di riferimento tanto all’interno quanto all’esterno, dalle correnti, dai gruppi o peggio dalle persone a dimensioni più ampie che coinvolgano tutta la nostra comunità ed il suo avvenire” (1971).
“Occorre liberare la DC dalla arroganza o anche dalla semplice ansia del potere, ripristinando a pieno il nostro senso dello stato, il rispetto per la cosa pubblica” (1975).
Altre due frasi di Mattarella, per molti versi estremamente attuali, se si fa eccezione per sigle ormai lontane nel tempo. Non aggiungo altre parole, se non quelle di una memoria grata per il sacrificio di un uomo che ha saputo interpretare al meglio il proprio servizio al bene comune, in luoghi e tempi dove questo poteva significare la perdita della propria vita. Ricordarne la scomparsa a 31 anni dalla quella tragica Epifania è un modo per richiamare noi tutti alla necessità di prendere sul serio il nostro servizio alla collettività, ciascuno per i modi e le occasioni che gli vengono offerte.
Il ricordo di un uomo giusto
6 Gennaio 2011 di fabio pizzul
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