L’anno nuovo, si sa, inizia con molti buoni propositi e con la promessa di essere più buoni. Approfitto allora dell’ultimo giorno del 2010 per un paio di punzecchiature cattivelle che se ne andranno con il 2010. Riguardano i due duellanti di inizio legislatura, Formigoni e Boni, rispettivamente presidente della regione e presidente del Consiglio regionale della Lombardia. Piccole cose assultamente insignificanti, ma, come spesso accade, specchio di abitudini ben consolidate. Mi perdonino i due presidenti cui faccio tanti auguri per un 2011 carico di soddisfazioni e soprattutto di buone azioni per il bene di tutti i cittadini lombardi.Partiamo da Formigoni. “Roberto, uno di noi” recitava lo slogan della campagna elettorale 2010. Dal biglietto di auguri inviato dal Presidente non si direbbe. Come potete vedere qui accanto, il Celeste (che è anche il tono dominante del disegno scelto) pone sopra la sua nuova reggia, inaugurata con largo anticipo alla fine dello scorso febbraio, nientepopodimeno che la Stella. Un bel viaggio per la cometa: dalla capanna di Betlemme a Palazzo Lombardia di Milano! Se poi aprite il biglietto augurale, trovate proprio l’immagine del Bambinello. E meno male che non c’è la foto di Roberto, ma solo la sua firma. Quanto poi al fatto che Gesù nasca proprio nella nuova sede della regione, prendiamolo come un augurio per tutti i lombardi e giriamolo così: Palazzo Lombardia non diventi il luogo della politica e degli affari di pochi, ma si apra davvero a tutti e soprattutto ai più deboli, secondo lo stile dell’incarnazione. E ancora, Natale è la festa della concretezza e ci invita a tenere i piedi ben saldi sulla terra. E’ quello che sono chiamati a fare tutti i politici, anche quelli che abitano oltre il trentesimo piano.
Veniamo al presidente Boni. Lo scorso 29 settembre ha lodevolmente garantito la sua presenza a un convegno dedicato alla 46^ Settimana Sociale dei cattolici italiani. Nella sua introduzione Boni disse: “”Ho accolto di buon grado la proposta di ospitare presso la struttura della Regione Lombardia la quarantaseiesima Settimana Sociale del cattolici padani…”. Al sentire queste parole ero sobbalzato sulla sedia, ma non avevo detto nulla , convinto fosse un lapsus del tutto innocente. Qualche giorno fa mi sono però arrivati gli Atti del convegno pubblicati a cura della Presidenza del Consiglio. Ebbene, la frase compare esattamente per come è stata pronunciata. Si tratta sicuramente di un’ulteriore distrazione, ma a questo punto gli elementi per definire la questione come lapsus freudiano di cono tutti. Nulla vieta a Boni e ai suoi compagni leghisti di aggettivare come padani gli eventi più disparati, ma diano all’Italia quel che è dell’Italia lasciando alla dimensione nazionale almeno gli eventi e le iniziative che in tutto e per tutto intendono qualificarsi come tali. Nulla contro la padanità, sia ben chiaro, ma personalmente in questo e in molti altri casi la ritengo una categoria riduttiva e provinciale. Mi perdoni anche il presidente Boni per questa mia sortita di san Silvestro e voglia accettare i migliori auguri per un 2011 che restituisca sempre più al Consiglio regionale il suo ruolo di casa e tribuna di tutti i cittadini lombardi (padani e non).