Non possono pagare i piccoli le conseguenze di comportamenti sbagliati dei grandi.
Serve creare norme che non penalizzino chi è più legato all’economia del territorio. Stiamo parlando di banche e le frasi che riporto sono di Alessandro Azzi, presidente delle Banche di Credito Cooperativo italiane. Azzi ha rivendicato il fatto che le BCC hanno saputo sostenere l’economia dei piccoli nella crisi ancora in corso. La scelta di esserci non è stata però indolore. Le BCC hanno sostenuto le piccole imprese nella crisi, ma hanno visto crescere le sofferenze e andare in crisi la propria redditività. I numeri delle BCC lombarde per l’ultimo anno parlano chiaro: 6,4% di aumento impieghi, 1 milione contro l’usura, 10 milioni per le famiglie, 440 milioni per la moratoria imprese, 182 milioni per mondo cooperativo, 26 nuovi soci al giorno. A questi numeri non corrisponde un impegno normativo teso a garantire che le storture del sistema finanziario vengano risolte. Le regole di Basilea 3 tendono a rafforzare la solidità patrimoniale delle banche, ma non penalizzano l’utilizzo sconsiderato della leva finanziaria, che tanti danni ha causato.Le BCC non chiedono privilegi, ma possibilità di esistere in un mercato che sia regolato in modo da non penalizzare chi è più responsabile e legato ai bisogni del territorio. Discorsi che paiono complicati per i non addetti ai lavori, ma che dicono sostanzialmente una cosa: è necessario un ritorno al rispetto di chi costruisce relazioni e rapporti non solo clientelari sul territorio. Chi vuole mortificare la soggettività dei territori è un pericolo per tutti, così come la vuole utilizzare per fini particolaristici e disgregativi. Questo vale per l’economia, la cultura e la politica.