Mi sono lasciato convincere dalla Giunta… a usare lo stesso genere letterario da cui è caratterizzato il PRS: il documento che oggi discutiamo e, per quanto ci riguarda, non approveremo, è caratterizzato da una serie di enunciazioni di principio accompagnate da un lungo elenco di iniziative e progetti.
Non nascondo che una buona parte di quanto elencato ci possa trovare d’accordo, il problema è l’impianto generale e il metodo che sottosta a questo documento.
Per mantenere il genere letterario che citavo poco fa, proverò allora a declinare alcuni aspetti del PRS esprimendo alcune considerazioni che spero possano motivare la mie perplessità.
COMUNICAZIONE
Si parla molto di comunicazione, sottolineando la necessità di puntare sui new media e di rendere sempre più efficace il modo con cui Regione Lombardia si propone ai cittadini. Non possiamo certo dire che il nostro presidente Formigoni non si sia già molto impegnato su questo fronte nei suoi primi due mandati, quindi ho poco da raccomandargli e men che meno da insegnargli. Osservo e auspico che la comunicazione possa diventare strumento di partecipazione e non solo di promozione e che possa essere trasparente e verificabile a livello di costi ed efficacia. L’immagine sintetica ne ricavo è quella di una comunicazione istituzionale che non si cura più di tanto di ciò che pensano i cittadini.
ISTRUZIONE
Francamente ci saremmo aspettati un po’ più di coraggio in questo PRS, soprattutto in riferimento a quanto potrebbe portare con sé l’applicazione della tanto attesa riforma in senso federale del nostro Paese. Si cita, è vero, la necessità di procedere con alcune sperimentazioni e la richiesta di maggiori competenze regionali in campo scolastico, ma non si coglie un disegno ambizioso e organico per promuovere quell’autonomia scolastica che potrebbe essere la chiave di volta per un vero rinnovamento della scuola italiana e lombarda. Taccio sulla necessità di rinnovare e affinare il sistema delle doti, anche perché su questo abbiamo già avuto modo di confrontarci, a dire il vero in modo poco sereno, in commissione.
Anche in questo caso, un’immagine sintetica: dal PRS emerge una scuola molto preoccupata di marcare la propria identità lombarda e poco incline a giocare la sfida dell’integrazione e dell’inserimento in uno scenario più ampio e globale. La stessa vicenda dell’obbligo scolastico assolvibile anche mediante apprendistato mi sembra vada in questa direzione. Se è sacrosanto procedere con azioni tese alla lotta all’abbandono, non possiamo però cedere all’idea che la soluzione stia nell’abbassare l’asticella: le stesse piccole e micro imprese hanno bisogno di veder crescere il proprio patrimonio formativo e non solo di recuperare manodopera a buon mercato.
CULTURA
Il PRS punta molto sulla dimensione imprenditoriale della cultura declinandola soprattutto sul versante del sostegno alla creatività. Possiamo essere d’accordo, anche se l’impressione è che possa nascere una sorta di centralismo regionale nella gestione del sostegno alla cultura. Non me ne voglia la Giunta, ma anche in campo culturale sarebbe necessario declinare con più convinzione il criterio della sussidiarietà, tanto caro giustamente a questa maggioranza, senza lasciarsi andare alla tentazione di operare attraverso finanziamenti a pioggia che rinsaldano legami, ma spesso non promuovono eccellenza. A proposito di questo, mi sento di dover sottolineare come non tutto può essere considerato eccellenza, per far emergere quanto davvero vale bisogna saper scegliere. Non mi dilungo oltre su questo tema e vi lascio anche in questo caso un’immagine sintetica. Pirellone e Palazzo Lombardia come sede di esposizioni che vogliano valorizzare la cultura lombarda vanno bene, ma non vorrei diventassero il simbolo di quel centralismo di cui parlavo poco fa.
SPORT
Il carattere trasversale del PRS ha fatto sì che di sport si parli in molte parti del documento. L’impressione, solo in parte mitigata dall’intervento emendativo operato dallo stesso assessore in commissione VII, è che si promuova una sorta di funzione taumaturgica dell’attività sportiva dimenticando che in mancanza di impianti e aree utilizzabili e di risorse a disposizione dello sport scolastico e di base tutto questo rimane una pia illusione. Lo sport può essere una grande risorsa purché venga preso sul serio con tutto lo straordinario mondo di volontariato e passione che porta con sé. In questo senso mi sembra che lo stesso CONI, con il nuovo presidente regionale Pierluigi Marzorati, possa lanciare segnali interessanti e vada considerato interlocutore importante. L’immagine che vi consegno per lo sport è la seguente. Regione Lombardia ha garantito 1 milione di euro per lo svolgimento dei mondiali di pallavolo maschile; in commissione ci è stato spiegato che la regione avrebbe avuto un grande ritorno di immagine. Io sarò stato distratto, ma non mi pare che questo ritorno, al momento ci sia stato. Non vorrei che questa vicenda sia la metafora del modo di guardare allo sport, ovvero sostegno a grandi eventi, ma poca attenzione allo sport di base.
Mi scuso per il genere letterario impressionista e generico, ma, come vi dicevo, mi sono lasciato convincere dalla Giunta che lo ha utilizzato per il PRS che stiamo discutendo.
Un’ultima notazione.
Mi pare che chiedendoci di approvare il presente programma, la Giunta ci chieda una sorta di lasciapassare generico e omnicomprensivo per ogni suo progetto e attività. Ci spiace, ma non possiamo accettare questa impostazione, anche perché ne va della credibilità e del ruolo di questo Consiglio, già ampiamente messi in discussione nonostante proclami e buone intenzioni. Anche per questo voteremo NO al PRS.
p.s.
E’ l’intervento che ho appena fatto in aula sul PRS