Regione Lombardia ha celebrato, nei giorni scorsi, Artigiana 2010. La manifestazione, da qualche anno, intende manifestare l’interesse della Giunta nei confronti delle micro e delle piccole imprese ed è stata l’occasione per lanciare il Manifesto per le piccole imprese costruito sulla base del Small Business Act, una sorta di carta europea per il settore. Si legge nel Manifesto di ARTIGIANA2010:
Attraverso lo Small Business Act, recepito in Italia nel maggio 2010 con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri, si pongono le basi per creare le migliori condizioni per garantire la competitività ed il rilancio delle piccole e micro imprese, il cui ruolo è fondamentale per lo sviluppo dell’occupazione e per la crescita economica italiana e lombarda in particolare.
Dopo avere per molti anni sottovalutato il ruolo delle micro e piccole imprese (MPI), a fine 2008 in Europa si è preso atto del loro peso determinante sull’economia e della necessità di politiche ed iniziative pensate anzitutto per loro. Si è riconosciuta la necessità che qualunque provvedimento venga emanato per le imprese è sempre necessario misurarne l’impatto sulle micro, piccole e medie imprese. Un forte cambiamento dal punto di vista culturale anche per le Camere di Commercio lombarde e Regione Lombardia che da anni, anticipando le logiche dello Small Business Act e del “pensare anzitutto al piccolo”, sviluppano concrete iniziative in questa direzione, attraverso strumenti come la Convenzione Artigianato e l’Accordo di Programma per lo sviluppo economico e la competitività del sistema lombardo (AdP).
Oltre il 99% delle aziende lombarde appartiene al settore in questione, anche se non sempre questo risulta evidente all’opinione pubblica che continua a pensare che il nostro tessuto produttivo sia fatto di grandi aziende.
I piccoli e i piccolissimi, in questi anni, sono stati considerati un vero e proprio territorio di caccia per il centro destra e per la Lega più in partcolare. Ma come giudicano questi imprenditori il proprio rapporto con la politica e le istituzioni?
Alla domanda “ritiene che le pubbliche amministrazioni locali seguano con attenzione i problemi degli artigiani?” gli interessati hanno risposto per il 75% giudicando negativamente l’operato di chi amministra. Badate: la ricerca è stata fatta in Lombardia e per conto dell’Assessorato all’Artigianato e all’Industria.
Solo il 3% ha risposto “molto” alla stessa domanda.
Il disagio degli artigiani si legge chiaramente anche nella difficoltà con la quale nel 2009 la Regione ha erogato i fondi disponibili nei propri bandi per questo settore. In vari casi, quasi la metà dei fondi stanziati non è stati spesa e risulta tra i residui nel rendiconto di bilancio. Proprio nell’anno più nero della crisi, le piccole e medie imprese non sono riuscite ad approfittare di fondi messi a disposizione dalla Regione. Difficile dire perché questo sia accaduto, ma la necessità di semplificare i bandi è stata sottolineata dallo stesso Formigoni nel suo intervento introduttivo ad Artigiana 2010.
Da parte del centro destra, in questi anni, c’è stata troppa retorica e poca concretezza nei confronti delle micro e piccole imprese.
Il centro sinistra viene ancora letto da molti come nemico di questi settori.
E’ ora di uscire da questi stereotipi e far sì che le micro e piccole imprese lombarde possano davvero essere aiutate ad esprimere tutte le proprie potenzialità, economiche e sociali. I piccoli non possono essere considerati solo come potenziali evasori, devono rientrare a pieno titolo nel sistema economico lombardo. Troppi imprenditori si sono sentiti soli di fronte alla crisi. Responsabilità delle istituzioni è far sì che quel 75% di artigiani che dichiara di sentirsi poco considerato da chi amministra in Lombardia possa cambiare la propria opinione in meglio.
Il monopolio PDL e Lega su questo settore è più una favola che una realtà. C’è molto spazio di lavoro e relazioni. Anche il PD deve tornare a parlare con e a chi lavora nella Lombardia diffusa e operosa.