Premessa: quando si lavora si può sbagliare e chi non lavora ha sempre torto.
Capirete poi il perché ho scritto la prima riga.
E’ iniziata ieri sera la Festa democratica di Milano. Bello l’affollato (anche troppo per lo spazio disponibile) incontro con una Rosy Bindi in grande spolvero, capace di galvanizzare i presenti e di presentare le buone ragioni per impegnarsi affinché arrivi una svolta nella triste stagione che il Paese sta vivendo.
A proposito della Festa Democratica milanese, confesso però che sono sobbalzato sulla sedia nel vedere il programma. In venti giorni di dibattito con moltissimi temi legati al mondo del lavoro non compare nessun esponente della CISL. So che la questione ha creato un po’ di sconcerto negli ambienti cislini e non senza ragioni.
Singolare anche la presenza assidua di alcuni nomi e la fugace e pallida apparizione di altri. Personalmente non ho nulla da recriminare: sono stato contattato a tempo debito e ho anche proposto un dibattito che è stato puntualmente inserito in programma.
Dico però, senza false ipocrisie, che in un anno delicato e decisivo per Milano come quello che si apre sarebbe stata necessaria una maggiore attenzione ad allargare lo sguardo a tutti gli interlocutori possibili, soprattutto quelli con cui esiste una consuetudine già collaudata. La sensazione è che il programma derivi da una sorta di processo di accumulazione determinato dalle legittime sollecitazioni dei diretti interessati (mi ci metto anch’io) e da consolidate e non peregrine abitudini a presidiare argomenti che hanno sempre caratterizzato la tradizione di feste come questa. Il risultato sembra essere adombrare la mancanza di una regia politica più ampia e lungimirante.
Chi ci ha lavorato e ci lavorerà, lo ribadisco, deve avere il plauso e la gratitudine di tutti.
Attenzione, però: omissioni (non certo volute, ma pesanti) o sovraesposizioni possono pesare in modo decisivo, soprattutto in un momento delicato come quello che deve portare il PD e il centro sinistra ad elaborare una proposta credibile per presentarsi alla città di Milano con le carte in regola per guadagnarsi la chance di governare nei prossimi anni.
Mi auguro che nessuno drammatizzi l’accaduto, ma non ho voluto sottrarmi alla responsabilità di segnalare un disagio che ho provato e che temo non sia solo mio.
Purtroppo tante persone, soprattutto quelle per tante ragioni vicine a fiom, cgil,etc, pensano che ci sia un tacito accordo tra sindacato CISL e PDL. Così si sente dire in giro, negli ambienti lavorativi.
Purtroppo, perchè credo non sia vero che le persone iscritte a un sindacato appartengano a uno stesso colore politico, soprattutto nella CISL, e purtroppo perchè Bonanni poteva dare un contributo interessante ieri a Torino. Almeno penso…vista la confusione che si è creata nelle firme di alcuni contratti.