Ho chiesto a un mio collaboratore rimasto a Milano di provare il servizio di biciclette messo a disposizione dal comune di Milano, il famoso bikemi. Di seguito il suo racconto.
L’appuntamento con Paolo è per domenica sera: ore 21 alla colonnina bikemi di piazza del Duomo. Puntuali. E’ il 22 agosto, una giornata più calda di quelle che l’hanno preceduta. Per prima cosa occorre procurarsi il codice per accedere al servizio giornaliero – tariffa 2 euro e 50 per 24 ore. Ottimo! A Bruxelles basta strisciare la propria carta di credito alle colonnine del servizio e prendere la bicicletta. A Milano no. Occorre fare l’abbonamento preventivamente. Online – con assistenza telefonica se necessario – , oppure ad un ATM point (ma la domenica sono chiusi). Lette le informazioni su internet Paolo si arrende: “io vengo con la mia bicicletta, faccio prima. Non sono pratico e ho solo il bancomat”. Io invece non desisto. Il mio bancoposta non viene accettato dal sistema. Mi restano due carte di credito a scalare, ma, è scritto sul sito del bikemi, non sono utilizzabili per questo servizio. Provo comunque con una delle due, quella dotata anche di IBAN. Il sistema la riconosce.
Ore 20:20 esco di casa e prendo la metropolitana a Rogoredo: destinazione Piazza del Duomo. Arrivato puntuale, trovo un furgone che scarica una decina di biciclette alla postazione bikemi. “Erano tutte rotte?” – chiedo. “No, ma qui erano finite e così ne abbiamo portate altre, prelevandole da postazioni più periferiche” – mi risponde un cortesissimo operatore. “Il limite delle ore 23 è solo per il prelievo della bicicletta, non per la sua restituzione?” – continuo io – “sul sito non è chiarisissimo”. “Esatto! Può prelevare una bicicletta fino alle 23 e riportarla in seguito, ma entro 2 ore dal prelievo se non vuole pagare la mora”. E poi aggiunge: “l’importante è che verifichi di agganciare bene la bicicletta, altrimenti risulterà ancora in uso e si vedrà costretto a pagare le penali, è l’unico inconveniente di questo servizio se non si fa attenzione”. Intanto una coppia di stranieri, forse tedeschi, si avvicina per prendere le biciclette. Niente da fare, occorreva organizzarsi prima via internet, non sono previste improvvisazioni! Devono rinunciare. Arrivato Paolo bici-munito, inserisco il codice utente assegnatomi online e la password che ho scelto: tutto perfetto. Ritiro la bici e si parte. Luci e cambio funzionano alla perfezione, i freni un po’ meno. Sella dura ma almeno regolabile in altezza.
E’ giorno di rientri, e qualche macchina in più delle altre sere agostane sfreccia per le strade popolate per lo più da turisti stranieri – chissà perché a Milano proprio ad Agosto. Forse perché in questo periodo la città si offre incontaminata, senza maschere, amica. Riscopriamo chiese e palazzi di rara bellezza, ma solo di rado muniti di targhetta informativa – che anche se presente è sempre troppo stringata. Parco Sempione e i giardini Indro Montanelli sono aperti fin oltre le 23. Qualche anziano e qualche coppia li abita, ma sono per lo più deserti. Una signora, isolata, legge un libro su una panchina. Si ode della musica provenire da dietro gli alberi. “andiamo!”. E’ una sagra con pista da ballo, dietro al Castello: solo uno sborone con il ferrari e la classica bionda accanto rovina un po’ l’atmosfera. “Chissà come mai lui può entrare nel parco con l’auto?”, ma forse è solo invidia. Per vincerla lo supero in bicicletta sul terreno sabbioso e faccio io l’andatura: qui la vera ferrari è la mia bicicletta. Un’anziana coppia si è persa nel parco: “qui dentro non ci sono cartelli e con questo buio non sappiamo dove abbiamo lasciato la macchina”. Non sono di Milano. “Che coraggio, penso, fare due passi nel parco a quest’ora. Anche se, questa sera, la città sembra davvero ospitale”. “Vi accompagniamo”. Trovata la macchina si rimonta in sella. Sosta in un pub, vicino a una colonnina di bikemi, giusto il tempo per un calice di moscato passito. Reinserisco i codici e prelevo un’altra bicicletta. E’ più dura nella pedalata, ma frena meglio. Inizialmente penso sia stato il vino, ma alla lunga mi accorgo che è la bicicletta ad avere qualche problema. Sono passate le 23 e non posso più cambiarla, il servizio di prelievo è chiuso – chissà poi perché. Tengo duro. Arriviamo a Piazza del Duomo per mezzanotte. Corso Venezia, Brera, Corso Sempione, i parchi, il Castello Sforzesco: luoghi conosciuti, ma di rado amici come stasera. Peccato che durante l’anno la città di notte sia appannaggio di pochi: serve più gente per la strada, non di meno. Magari al sicuro su una bicicletta. Basterebbe poco. (Marco C.)
Ecco allora qualche proposta per Milano, anche alla luce di questo resoconto:
-Rendere il bikemi accessibile con carta di credito direttamente alle colonnine preposte.
-Installare il bikemi anche in alcune zone della periferia.
-Suggerire ai turisti – ma non solo – percorsi ciclabili che permettano di visitare i molti scorci milanesi suggestivi, implementando le piste ciclabili ma anche semplicemente attraverso una linea colorata da tracciare sull’attuale manto stradale che faccia da guida (come per esempio quella di Philadelphia negli Stati Uniti).
-Implementare le targhette di informazioni storiche davanti ai palazzi e alle chiese milanesi.
-Implementare i cartelli, l’illuminazione e le iniziative all’interno dei parchi recintati della città (che andrebbero aumentati e valorizzati).
-Catalogare monumenti e scorci di pregio e ideare un piano di valorizzazione comune – anche notturno.