MILANO E IL WELFARE

7 Luglio 2010 di fabio pizzul

L’annuale appuntamento con il Rapporto su Milano della Fondazione Ambrosianeum è sempre un’occasione preziosa per riflettere sulla città.
Di questi tempi non poco, visto che manca ormai da anni una visione d’insieme sulla metropoli.
Il rapporto 2010 accende i riflettori sul tema del welfare e si chiede se non possa essere proprio questa la vocazione di Milano: “vale la pena di confrontarsi con quest’idea – scrive la curatorice Rosangela Lodigiani – per provare a far riemergere quella Milano solidale che è oggi in difficoltà e che altrimenti, sferzata dalla crisi ed esasperata negli animi, rischia davvero di trovarsi smarrita, frammentata e indurita di fronte alle difficoltà, alla paura, all’incertezza”.
Parlare di welfare significa, alla fine, parlare di lavoro, di famiglia e di relazioni nella città, elementi fondamentali, colonne, le chiama il Rapporto, che negli ultimi anni sono stati scossi da movimenti tellurici che rischiano di minarne le fondamenta. Compito della politica è allora, si è detto nel corso della presentazione, quello di costruire le condizioni perché non manchi il terreno sotto i piedi e perché la comunità (se ancora si può usare questo termine) torni responsabile del destino dei cittadini.
Una sfida importante che cade alla vigilia di un momento delicato per la città, quello che dovrà portare alla scelta del nuovo sindaco. Non che il primo cittadino possa avere la bacchetta magica, ma da lui e dal suo modo di interpretare la città dipenderà probabilmente il modo in cui si potrà parlare di welfare nei prossimi anni.
Chi ha tempo e voglia di approfondire questi temi è bene che dedichi qualche ora alla lettura del Rapporto, pubblicato come tradizione da Franco Angeli. Per quanto mi riguarda, lo sto facendo e mi riservo, nei prossimi giorni, di rilanciarne qualche tema sulle pagine di questo blog.
Come al solito, sono graditi commenti, a partire dalla risposta alla domanda: vi convince l’immagine di Milano come città del welfare?

Un commento su “MILANO E IL WELFARE

  1. Enrico G

    Beh, l’immagine non mi convince un gran che. Di sicuro sarebbe una visione sfidante, almeno di questo pensiero unico che vede nel welfare solo soldi sottratti al dio mercato (così che i privati possano mangiare anche questa fetta di torta). E secondo me sarebbe all’avanguardia in un paese che sta adottando un iperliberismo su base regionale, come al solito in ritardo sul resto del mondo.

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