Il primo atto della nuova Giunta Formigoni è stata la convocazione degli Stati generali dell’economia e del lavoro che hanno visto la partecipazione dei sindacati e di una cinquantina di esponenti di vertice del mondo economico lombardo.
Un buon inizio, senza alcun dubbio, visto che il tema del lavoro è un tema a cui tutti dobbiamo guardare con impegno e serietà.
Un po’ meno bene è andata la copertura mediatica dell’incontro, acriticamente appiattita sul “tutto bene, avanti così” e su un presunto entusiastico appoggio di tutti i presenti a quanto il presidente Formigoni ha fatto e intenderà fare.
I partecipanti, si legge sul bollettino informativo della Giunta Regionale,
hanno portato il loro consenso e il loro contributo allo scopo condiviso: proseguire e incrementare un lavoro di sistema - istituzione regionale e attori sociali - per rilanciare lo sviluppo. "Vogliamo dare - ha detto Formigoni - un colpo di acceleratore, approfittando delle luci verdi che sembrano riaccendersi per la nostra economia e per la nostra produzione industriale". "Apro la nuova legislatura con gli Stati Generali - ha precisato Formigoni - per indicare il tema del lavoro, dell'economia, dello sviluppo e dell'occupazione come priorità. Consapevoli che gli investimenti dello scorso anno e il sostegno al credito hanno dato risultati positivi: gli strumenti messi in campo da noi ci hanno permesso di attraversare la crisi meglio di altre regioni europee".
Su stampa, TV e radio si è dato conto di un comune sentire tra gli intervenuti e la Regione e anche i sindacati sono stati presentati come sostanzialmente d’accordo con quanto la Regione ha fatto e farà.
Per scrupolo sono andato a scaricare da Internet (lo trovate all’indirizzo http://www.lombardia.cisl.it/pagina.asp?ID=6460) il documento presentato da CGIL, CISL e UIL e ho scoperto, con un po’ di sorpresa, che il testo dei sindacati lombardi è tutt’altro che tenero con la Regione.
Nel documento si leggono molte proposte che indicano come la Lombardia debba fare di più.
Si parte dall’estensione del sostegno al reddito per i lavoratori con contratti a termine cessati; si chiede che la Regione si doti di una visione organica e strategica sull’uscita dalla crisi; si chiedono strumenti più forti per il mantenimento dei centri di ricerca; si chiedono interventi anticiclici su casa, servizi alla persona, trasporto collettivo e infrastrutture; si chiede una politica di incentivazione selettiva per le imprese; si ribadisce la necessità di rinforzare le relazioni con gli Enti locali al di là di qualsiasi tentazione centralistica.
Quello che ho qui sinteticamente riproposto è solo un indice parziale delle istanze dei sindacati.
Mi pare che ci sia anche una tiratina d’orecchie per la Regione e non solo adesione entusiastica a quanto fatto e si farà.
Nel testo dei sindacati compaiono anche alcune proposte che il PD ha fatto proprie nel suo programma per la Lombardia e che Formigoni ha ripreso come prospettive per i prossimi anni. Bene, anzi, benissimo, perché se le proposte sono buone e utili vanno bene a prescindere da chi le mette in atto.
Un po’ più di obiettività e di coraggio ad ammettere che anche la Regione può fare di più e non ha saputo proporre negli ultimi anni una vera e propria strategia di sviluppo per il mondo produttivo sarebbe però necessaria.
Sarebbe un segno di rispetto per tanti cittadini che stanno soffrendo gli effetti della crisi e un segno di responsabilità da parte di un governo regionale che dimostrerebbe di non pensare solo alla cura della propria immagine.