L’AUTORITA’ DEL SERVO DEI SERVI

19 Aprile 2010 di fabio pizzul

Ricorre oggi il quinto anniversario dell’elezione di Benedetto XVI.
Il Papa non sta vivendo un momento facile ed è oggetto di pesanti critiche e attacchi sul tema della pedofilia che ha avuto come sciagurati protagonisti alcuni ecclesiastici.
Benedetto XVI non si è mai sottratto alla responsabilità di guardare in faccia alla realtà e di offrire risposte serie sulla questione. Eppure la sua figura è stata oggetto di pesanti attacchi che secondo alcuni rischiano di minare la sua autorevolezza.
Gli attacchi al Papa non sono un bene per nessuno, tanto meno se mirano a indebolirne l’autorità e il prestigio.
Ogni istituzione, se ne condividano o no le prese di posizione, rappresenta un fondamentale punto di riferimento per alimentare il dibattito e tutelare regole e pluralismo.
Da parte sua il Papa mi pare che a Malta abbia offerto una grande testimonianza di come poter interpretare al megli il suo ruolo. Incontrando alcune vittime della pedofilia, papa Benedetto XVI si è commosso fino alle lacrime e ha assunto su di sè la vergogna per atti di cui non porta alcuna responsabilità diretta. La miglior prova di autorevolezza sta nel sapersi assumere, quando investiti della guida di un’istituzione, la responsabilità a nome di tutti, non per sterili personalismi, ma per profonda consapevolezza del ruolo che si è chiamati a ricoprire. Da questa responsabilità nasce la vera autorevolezza e la capacità di mettersi a servizio del bene comune.
Dal Papa ci giunge una lezione e una testimonianza che dobbiamo rispettare e sulla quale dobbiamo meditare a fondo.

2 commenti su “L’AUTORITA’ DEL SERVO DEI SERVI

  1. Mauro Feltre

    Ha scritto bene Ostellino sul Corriere: peccato e reato sono concetti distinti. Al primo, cattolicamente, si risponde con il pentimento e il perdono, al secondo si risponde con la legge laica dello Stato. Ogni violazione dei diritti, soprattutto quella atroce nei confronti dei minori, dev’essere laicamente, penalmente repressa. E a nulla valgono gli “atti di contrizione”, le lagrime, la richiesta di perdono. Non è solo la moralità che è stata infangata da quella parte di clero, ma la legalità. Laica e cattolica (se me lo si consente…).

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  2. Anna Maria Contursi

    Nerssuno nega che il nostro Papa non abbia sincera contrizione e non provi vergogna per gli atti di pedofilia ma quello che più si rimprovera alla Chiesa (ed al suo rappresentante) è soprattutto il silenzio connivente e colpevole che per tutti questi anni ha coperto questi atti all’interno della Chiesa!
    e più ancora questo addolora i credenti i quali, dall’interno della Istituzione (santa e peccatrice) cercano di invitare i sacerdoti ad essere un po’ più profetici e meno “curiali”, capaci di autocritica come di propositività, anche civile.
    é questo quello che avremmo voluto sentire da Benedetto XVI perchè la pedofilia si cela veramente in ogni categoria umana e a tutti ripugna!

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