Come previsto è arrivato il decreto del governo per riammettere le liste escluse.
L’esito della vicenda era per molti versi scontato, ma le modalità e lo stile non possono che inquietarci e lasciarci perplessi.
Andare a votare senza Formigoni in Lombardia sarebbe stato impossibile, ma i toni usati dal governatore e dai suoi devono farci riflettere. Non sarebbe stato meglio ammettere le leggerezze e gli errori e concordare una via d’uscita degna?
Si è preferito abbaiare contro i giudici, urlare al complotto e sanare tutto con un atto d’imperio del governo.
Non vado oltre con la polemica, ma permettetemi di manifestare una grande tristezza.
Quale sarà il prossimo decreto? L’interpretazione del risultato elettorale così che vinca sempre chi vuole il governo?
Spero che la gente apra gli occhi e lanci un segnale andando a votare!
Sono d’accordo: ammettere gli errori è diventato un esercizio impossibile. Si sbaglia, anche a livelli alti della politica evidentemente. Fatta di uomini fallibili, non di imperatori sovrani.
Sono altresì convinta che più che scendere in piazza a manifestare occorre mostrare il proprio dissenso rispetto a una certa improvvisazione con lo strumento più alto e nobile in possesso di tutti noi cittadini, il voto.
Non era possibile non permettere di votare Formigoni ed e’ corretto trovare un modo per cui le elezioni abbiano un senso.
Detto questo e’ proprio il “modo” a disgustare: nessuna assunzione di responsabilita’ politica dell’errore, anzi il tentativo di scaricarla altrove!
Ricordo che la giunta regionale delle Marche fu fatta cadere dal centrodestra con un ricorso che invalido’ le elezioni per problemi formali.
Allora importava molto al PDL se un bollo era tondo o quadrato! (vedere articolo sul corriere)