Ho letto con curiosità il lungo intervento che Carlo Maria Lomartire dedica su “Il Giornale” di oggi al cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano, con il titolo “Caro Tettamanzi, troppo facile accusare i politici di ogni colpa”.
Lomartire accusa il cardinale di aver sempre “contrastato con la retorica dell’accoglienza senza limiti qualsiasi misura, anche blanda, di contenimento dell’immigrazione” e continua – sempre riferendosi all’Arcivescovo – “chi ha mostrato di considerare questo fenomeno epocale quasi una benedizione divina, ora dovrebbe umilmente interrogarsi”.
Siamo alle solite: si contrabbanda come pensiero del cardinal Tettamanzi un’arbitraria sintesi operata da chi vuole unicamente difendere le posizioni di chi ha governato in questi anni la città di Milano.
Lomartire continua poi sottolineando come il quartiere di via Padova sia stato messo a ferro e fuoco da contrapposte etnie per rappresaglia e contro-rappresaglia. A giudicare dai rapporti delle forze dell’ordine, non c’è stato nulla di tutto questo. Le violenze sono state gravissime e inaccettabili, ma difficilmente possono essere rappresentate come scontri tra contrapposte etnie. Si è trattato, a quanto pare, dell’esplosione della rabbia per la morte del ragazzo egiziano. Una rabbia che si è rivolta contro tutto ciò che era a tiro, chiara testimonianza di come una parte degli immigrati presenti in quella zona non si fidi di nessuno, men che meno delle forze dell’ordine, considerate come nemiche e potenzialmente pericolose per la propria condizione di non garantiti.
Non è forse questa la principale testimonianza di una integrazione fallita? Non è la miglior conferma delle preoccupazioni educative e sociali espresse dall’editoriale comparso sul portale della Diocesi di Milano www.chiesadimilano.it e da tutti i media attribuito direttamente al Cardinale?
La questione, caro Lomartire, non è quella di decidere chi abbia titoli per scagliare la prima pietra o chi possa guadagnare qualche voto parlando della questione di via Padova. Il problema è piuttosto quello di capire come agire per disinnescare le tensioni che paiono ormai davvero giunte oltre il livello di guardia. Insomma, la domanda è: la politica vuole lasciarsi aiutare dalle parrocchie e da chi vive il territorio o è solo alla ricerca di consenso?
Personalmente mi limito ad ascoltare le parole del Cardinale e a interrogarmi su come poter fare in modo che le forze migliori presenti sul territorio di via Padova possano contribuire ad allentare la tensione. Parrocchie, Casa della cultura islamica, Associazione genitori Casa del Sole, Casa della carità… e la stragrande maggioranza di cittadini italiani e stranieri che vogliono vivere in pace in quella zona devono essere valorizzati e aiutati, non sfruttati per giusticare quanto (non) fatto o per guadagnarequalche voto.
SE “IL GIORNALE” FA LE PULCI A TETTAMANZI
18 Febbraio 2010 di admin
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